Colico, truffe online: Biron torna libero, la compagna patteggia di nuovo. I 2 chiedono il gratuito patrocinio

Nuovo capitolo giudiziario per Luca Biron, balzato agli onori della cronaca per una serie di truffe via internet messe in atto quando ancora viveva con la compagna a Olgiate prima di trasferirsi a Colico dove, nel 2014 era stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Lecco.
Stamani il trentaduenne - a piede libero dallo scorso ottobre dopo la scarcerazione - ha patteggiato la pena di un mese e dieci giorni di reclusione oltre al pagamento di una multa di 60 euro, sentenziata dal giudice per le udienze preliminari Massimo Mercaldo in continuazione con le precedenti pene inflittegli e già scontate. Un accordo che il suo legale di fiducia, l'avvocato Elvira Borsani del foro di Milano, ha raggiunto con il sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo d'indagine.
E' andata peggio all'ex compagna Denise Di Sipio; classe 1987, la giovane doveva rispondere di sedici truffe messe in atto attraverso la ''rete'', a seguito di altrettante denunce presentate dalle presunte vittime per acquisti di stufe a pellet, piscine gonfiabili e pc, mai effettivamente consegnati, nonostante il pagamento delle somme pattuite da parte degli acquirenti.
La Di Sipio - assistita come l'ex convivente dall'avvocato Borsani - ha patteggiato un anno, nove mesi e dieci giorni di reclusione, oltre ad una multa di 800 euro, in continuazione con le precedenti condanne per le quali sta scontando la pena in carcere: prima a Como e attualmente a Bergamo, da dove questa mattina è stata tradotta presso il tribunale di Lecco.
Rifiutata nelle scorse settimane l'istanza avanzata dall'avvocato Borsani affinchè i propri clienti potessero essere ammessi al gratuito patrocinio, considerato il nutrito numero di truffe messe in atto dalla coppia che avrebbero fruttato ai due una somma considerevole. Una decisione contestata dalla toga milanese, che ha già presentato ricorso al presidente del Tribunale, sostenendo come i propri assistiti riuscissero a malapena a mantenere loro stessi e i propri figli, tenendo conto dell'esiguità delle cifre indebitamente messe in tasca grazie agli acquirenti truffati. Non resta che attendere il verdetto del presidente Secchi, previsto il prossimo 17 gennaio.
G.C.
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