Cartiera dell’Adda: 'l’impianto a biomassa è stato un grande investimento, avanti così'
Un’azienda leader nel suo settore, in Italia e all’estero, con un fatturato di circa 50 milioni di euro e un organico di 95 dipendenti diretti, in forte aumento (nel 2007 erano infatti 60). Insediata a Calolziocorte dal 1956, in un contesto ambientale dalle caratteristiche peculiari, Cartiera dell’Adda produce carta da imballo, cartoncino e cartone da materia prima interamente riciclata: tutto ciò “con un impegno – ha sottolineato il Presidente Giuseppe Cima – che non è solo dettato dal doveroso rispetto delle normative, ma che risponde anche al principio etico che chiama le aziende a una precisa responsabilità sociale”.
“Oltre che sul moderno impianto di depurazione, ingenti capitali sono stati investiti anche nella scelta di autoprodurre tutta l’energia utilizzata (nonché il 60% del vapore necessario), e soprattutto, in parte, da una fonte rinnovabile quale la biomassa legnosa, a sua volta uno scarto proveniente dalla pulizia dei boschi e dalla manutenzione del verde cittadino. I nostri impianti sono in funzione per 365 giorni all’anno e in totale producono circa 160.000 tonnellate di carta. Anche grazie all’introduzione delle tecnologie a biomassa, negli ultimi tempi è stato possibile ridurre i consumi di vapore del 15% e quelli di acqua del 20%: l’obiettivo è quello di arrivare a utilizzare entro pochi anni soltanto 5 litri di acqua (contro gli attuali 7) per la produzione di 1 kg di carta. Essere inseriti all’interno del Parco Adda Nord e in un sito di interesse comunitario, del resto, significa, in concreto, che i parametri per valutare le emissioni e l’impatto delle nostre attività sono molto più stringenti di quelli validi al di là dei confini dell’ente naturale”.
Le normative hanno così portato progressivamente l’azienda a ridurre la quantità di acqua utilizzata e a limitare, di conseguenza, gli scarichi nel fiume, grazie alla costruzione di un impianto biologico d’avanguardia. Una pratica, quindi, assai virtuosa, che naturalmente ha favorito anche la diminuzione delle emissioni di polveri nell’atmosfera, ma non i cattivi odori, provenienti dai macchinari deputati al trattamento delle acque che, essendo in quantità minore, tendono ad essere più concentrate.
“Non si tratta di elementi nocivi, ma comunque stiamo lavorando e investendo per minimizzare anche questo problema” ha proseguito il Presidente Giuseppe Cima. “La criticità nasce dal fatto che, per ragioni logistiche, le materie prime non riescono a ruotare con sufficiente rapidità e regolarità: sono anni, ormai, che attendiamo alcune autorizzazioni da parte del Parco Adda per poter procedere a una modifica della conformazione dei nostri spazi”.
Da sinistra Giulio Cima, Giuseppe Cima, Presidente della Cartiera dell’Adda, Lorenzo Riva, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio
Sulla destra l’Ing. Vladimiro Bolis
“I vincoli della salvaguardia ambientale coinvolgono tutte le attività che la nostra famiglia porta avanti da oltre 250 anni, a partire dalla scelta della materia prima e passando per l’efficienza degli impianti, nati per ottimizzare la produzione senza spreco di risorse preziose come l’acqua” ha affermato il numero uno dell’azienda, tra le poche realtà industriali del settore in Italia a impiegare solamente carta da riciclo.Giulio Sirtori, Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Amedeo Valeri, Consigliere Delegato della Cartiera dell’Adda
“Oltre che sul moderno impianto di depurazione, ingenti capitali sono stati investiti anche nella scelta di autoprodurre tutta l’energia utilizzata (nonché il 60% del vapore necessario), e soprattutto, in parte, da una fonte rinnovabile quale la biomassa legnosa, a sua volta uno scarto proveniente dalla pulizia dei boschi e dalla manutenzione del verde cittadino. I nostri impianti sono in funzione per 365 giorni all’anno e in totale producono circa 160.000 tonnellate di carta. Anche grazie all’introduzione delle tecnologie a biomassa, negli ultimi tempi è stato possibile ridurre i consumi di vapore del 15% e quelli di acqua del 20%: l’obiettivo è quello di arrivare a utilizzare entro pochi anni soltanto 5 litri di acqua (contro gli attuali 7) per la produzione di 1 kg di carta. Essere inseriti all’interno del Parco Adda Nord e in un sito di interesse comunitario, del resto, significa, in concreto, che i parametri per valutare le emissioni e l’impatto delle nostre attività sono molto più stringenti di quelli validi al di là dei confini dell’ente naturale”.
Le normative hanno così portato progressivamente l’azienda a ridurre la quantità di acqua utilizzata e a limitare, di conseguenza, gli scarichi nel fiume, grazie alla costruzione di un impianto biologico d’avanguardia. Una pratica, quindi, assai virtuosa, che naturalmente ha favorito anche la diminuzione delle emissioni di polveri nell’atmosfera, ma non i cattivi odori, provenienti dai macchinari deputati al trattamento delle acque che, essendo in quantità minore, tendono ad essere più concentrate.
“Non si tratta di elementi nocivi, ma comunque stiamo lavorando e investendo per minimizzare anche questo problema” ha proseguito il Presidente Giuseppe Cima. “La criticità nasce dal fatto che, per ragioni logistiche, le materie prime non riescono a ruotare con sufficiente rapidità e regolarità: sono anni, ormai, che attendiamo alcune autorizzazioni da parte del Parco Adda per poter procedere a una modifica della conformazione dei nostri spazi”.
“Anche in questo caso, c’è la massima attenzione da parte nostra per limitare tutte le emissioni, in modo particolare quelle di ossidi di zolfo e polveri (prodotte, peraltro, anche dalle automobili e dalle semplici stufe domestiche), che vengono monitorate costantemente” ha sottolineato Giuseppe Cima.
“Abbiamo sempre pensato che questa potesse essere un’innovazione molto positiva per la nostra azienda, in grado di incrementare anche il mercato agricolo locale sul fronte della gestione dei boschi” ha dichiarato quest’ultimo, erede di una lunga tradizione di famiglia. “L’introduzione dell’impianto a biomassa è stata il risultato di una serie di confronti istituiti anche all’esterno del mondo propriamente industriale, nonché di un coinvolgimento attivo di realtà politiche e istituzionali. Tutte le preoccupazioni ambientali recentemente emerse sono assolutamente infondate: i controlli qui ci sono eccome! La nostra centrale è autorizzata a bruciare legna e di certo non ci mettiamo a incenerire rifiuti; abbiamo anche provveduto a smaltire tutto l’amianto presente sulle nostre coperture”.
Il macchinario che produce il vapore
“Abbiamo sempre pensato che questa potesse essere un’innovazione molto positiva per la nostra azienda, in grado di incrementare anche il mercato agricolo locale sul fronte della gestione dei boschi” ha dichiarato quest’ultimo, erede di una lunga tradizione di famiglia. “L’introduzione dell’impianto a biomassa è stata il risultato di una serie di confronti istituiti anche all’esterno del mondo propriamente industriale, nonché di un coinvolgimento attivo di realtà politiche e istituzionali. Tutte le preoccupazioni ambientali recentemente emerse sono assolutamente infondate: i controlli qui ci sono eccome! La nostra centrale è autorizzata a bruciare legna e di certo non ci mettiamo a incenerire rifiuti; abbiamo anche provveduto a smaltire tutto l’amianto presente sulle nostre coperture”.
L’impianto di depurazione delle acque
Dall’ingresso in azienda della materia prima al processo di macerazione, dal passaggio nel “pulper” alla lavorazione dell’impasto dal quale devono essere eliminati tutti gli eventuali contaminanti, fino al taglio, la produzione della Cartiera è orchestrata in modo da ottimizzare tutte le risorse a disposizione, ridurre ogni tipo di spreco e perfezionare sempre di più il “ciclo” dell’attività. Il bacino di provenienza della materia prima, inoltre, non supera la distanza che separa l’impresa dalla provincia di Milano, nell’ottica di una riduzione dell’impatto ambientale. Senza contare che la Cartiera collabora attivamente anche con i Consorzi che operano nell’ambito della raccolta differenziata, per incrementare la sua diffusione.
B.P.