15 ottobre: 30 anni fa la sciagura dell'ATR 42 sopra Oliveto Lario

Il monumento alla vittime della sciagura
Il boato scosse la zone e subito sul luogo, impervio per natura e reso pericoloso dalla pioggia, si precipitarono forze dell’ordine, militari, soccorsi e volontari che impiegarono molte ore per ricostruire esattamente dove l’ATR 42 si fosse schiantato. Il ritrovamento di quei pochi pezzi di aereo e di vita avvenne solo a tarda notte grazie ai volontari del Soccorso Alpino: dopo aver perlustrato la gola con mezzi aerei, i tecnici abbandonarono a terra le barelle quando compresero che non si sarebbe recuperato nessun cadavere.
La delegazione, guidata da Gian Attilio Beltrami, che ricevette l’incarico da un altro compianto lecchese come Daniele “Ciapin” Chiappa, mise in moto un gran numero di persone e di mezzi che, si adoperarono per recuperare la scatola nera. La stessa fu trovata nella gola teatro dell’incidente dallo stesso Beltrami.
Alcuni anni fa a Crezzo, in vicinanza del luogo, è stato costruito un monumento in ricordo della strage e sulla strada che conduce al piccolo abitato della frazione montana di Oliveto si trova una lapide in memoria del carabiniere Massimo Berth, deceduto nei giorni successivi alla tragedia a causa di un incidente, mentre era ancora impegnato in operazione collegate alla sciagura.
F.S.