Monte Marenzo: con ''Acqua Violenta'' va in scena l’alluvione della Valtellina dell’87

Dalila Maniaci, Ivan Maddio, Carlo Arrigoni

Sono passati trent'anni da quella terribile alluvione che spazzò via decine di paesi della Valtellina, da quel sabato 18 luglio 1987, quando una massa di acqua e di detriti iniziò la sua inarrestabile corsa lungo la vallata, trascinando dietro di sé tutto quello che incontrava lungo la strada, compresi i corpi di decine di vittime. C'è chi ricorda ancora quei tragici momenti, come un incubo impossibile da dimenticare; c'è chi ha ancora impresse negli occhi la violenza del fiume, i volti di intere famiglie intrappolate nelle loro auto, gli animali vaganti come spettri lungo le vie.


Il bilancio finale della tragedia fu di 53 vittime e danni per 4.000 miliardi di lire. Una grande sventura, che fu vissuta, almeno in parte, anche dagli abitanti del lecchese e della bergamasca: tra di loro anche numerosi imprenditori del territorio come il Dr. Marco Bonaiti, direttore della Kong, storica impresa di Monte Marenzo che proprio in questi giorni festeggia i suoi primi 40 anni di attività. Ed è proprio in questa ditta, quasi a voler chiudere un cerchio, che nella serata di ieri, sabato 7 ottobre, è andato in scena lo spettacolo di teatro civile "Acqua violenta", organizzato dal Comune e dalla Biblioteca Civica in collaborazione con l'associazione culturale "Upper": un recital basato su una serie di letture "sceniche" a cura dell'attore Carlo Arrigoni, accompagnato dalle note dei giovani musicisti Dalila Maniaci, al clarinetto basso, e Ivan Maddio, al sax.

A sinistra Sergio Vaccaro, presidente dell’associazione culturale “Upper”

"A trent'anni di distanza dall'accaduto, ho cercato di ricostruire la sequenza degli avvenimenti non soltanto con un taglio cronachistico e descrittivo, bensì con un'indagine a 360 gradi, per dare voce e corpo alla testimonianza delle persone che hanno vissuto l'alluvione sulla propria pelle, magari perdendo tutto quello che avevano di più caro" ci ha spiegato l'artista.

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"Oltre ai documenti d'epoca, scovati negli archivi delle biblioteche valtellinesi, e a numerosi stralci di giornale, ho voluto inserire nel copione anche interviste, aneddoti e poesie di autori locali, che con il loro lirismo riescono a trasmettere tutte le sensazioni, le emozioni e le paure della gente "comune", trovatasi nel mezzo di una delle tragedie naturali più drammatiche del nostro tempo. Interessante anche la voce del ministro Giuseppe Zamberletti, il "padre" della Protezione Civile italiana, sostituito improvvisamente - in seguito a una redistribuzione degli incarichi nel momento di un cambio di governo - dal democristiano Remo Gaspari, che fu colpito da una pioggia di critiche per la sua cattiva gestione della crisi. Ciò che emerge con forza dalle testimonianze raccolte è l'angoscia dell'uomo di fronte alla potenza della natura e alla violenza dell'acqua, che da risorsa indispensabile per l'esistenza si è trasformata in una fonte di rovina e di sventura".


Anche nell'hinterland lecchese, il fiume Adda esondò lungo tutto il suo corso, allagando strade, case e ditte come appunto la Kong, che riportarono danni più o meno ingenti, riuscendo però nella maggior parte dei casi a rialzarsi e a proseguire nella propria attività.
Il recital "Acqua Violenta" avrebbe dovuto andare in scena all'aperto, nel suggestivo piazzale esterno dell'azienda, ma il clima piuttosto fresco della serata di ieri ha costretto gli organizzatori a cercare rifugio all'interno, in quello che è stato trasformato in uno spazio "museale".


Il cambio di location, comunque, non ha pregiudicato il successo di un'iniziativa tanto coinvolgente quanto emozionante, in grado di ridare voce a uno degli eventi più dolorosi del nostro recente passato.
Benedetta Panzeri
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