Lecco perduta/81: quando c’era il cortiletto dei chierichetti

Provate a cercare in Via Trieste il civico n. 1: si trova alle spalle del Santuario della Vittoria e corrisponde ad uno stretto e lungo cortile confinante con il muro di cinta dell’area verde della Villa Azzoni/Regondi. E’ stato il “cortiletto dei chierichetti”, ancora a metà Novecento, negli anni post-bellici ‘45/’50. La Messa era celebrata in latino; non era facile imparare le “risposte” che il chierichetto doveva dare al sacerdote. Nello spazio perimetrato dalla balaustra intorno all’altare il chierichetto era il rappresentante dei fedeli; era chiamato a spostare il messale fra Epistola e Vangelo, a portare gli orzuoli (o ampolline) del vino bianco e dell’acqua per il calice dell’Offertorio, a suonare il campanello per il Sanctus ed altro ancora. Era un servizio all’altare da imparare nelle prove del giovedì pomeriggio, vacanza scolastica. L’attesa delle prove vedeva “partite” con una palla di fortuna nel cortiletto, che non aveva, come oggi, il marciapiede laterale di piastrelle e la minuscola striscia verde ai piedi del muro. Erano partite infuocate con ardore infantile, che spingeva, qualche volta, la palla a scavalcare il muro di cinta ed entrare nell’area verde della villa confinante. Si ricorreva allora a chiamare il pittore Edoardo Fumagalli, che aveva il suo studio artistico nei locali posizionati ai lati del giardino della villa stessa. Edoardo Fumagalli era lo zio del noto avvocato omonimo, tuttora impegnato professionalmente, che è stato consigliere comunale a Lecco con i sindaci Angelo Bonaiti ed Alessandro Rusconi. Edoardo Fumagalli, pittore che ha lascito opere in tutto il lecchese, era chiamato a gran voce per rilanciare la palla nel cortiletto e poter far riprendere la partita. Erano gli anni che vedevano rettore alla Vittoria don Luigi Brusa e vicario don Giulio Maino, che seguiva il gruppo dei chierichetti, ragazzi che arrivavano dalle numerose famiglie allora residenti in via Visconti, via Aspromonte, piazza Manzoni, corso Martiri, e strade vicine, dove in tanti stabili la “City” di oggi ha cancellato le abitazioni per studi professionali ed amministrativi ed altre attività di uffici. La costruzione in muratura che racchiude il cancello di ferro del cortiletto risale all’anno 1950 ed è stato il dono del Santuario al rettore don Luigi Brusa, che celebrava i venticinque anni di Messa, essendo stato ordinato nel 1925. Qualche anziano passante lungo via Trieste commenta ancora oggi: “Guarda, c’è ancora il cortiletto dei chierichetti! Chissà se torneranno negli anni venturi…”.
A.B.
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