Lecco: per ora Regione ha detto 'no' alla creazione di un tempio crematorio in città

Un moderno impianto di cremazione a Parma
"Pur comprendendo le nostre motivazioni, da Milano ci hanno detto che gli attuali impianti presenti sul territorio lombardo sono oggi sufficienti per coprire le attuali richieste" ha continuato l'assessore. "La richiesta di autorizzazione deve essere presentata in specifiche finestre temporali che si aprono una volta all'anno: nel 2016 e nel 2017 abbiamo inoltrato la nostra domanda ma, come dicevo, finora è stata respinta entrambe le volte. Ci riproveremo l'anno prossimo, sperando che vengano ridotte le capacità di cremazione degli altri impianti che si trovano in Lombardia".
Per ora dunque i famigliari dei defunti che optano per tale soluzione devono continuare ad utilizzare i "forni" presenti fuori dai confini provinciali, con i conseguenti rincari legati al trasporto da parte delle pompe funebri.
Le ceneri del caro estinto possono essere poi depositate nei cimiteri cittadini, custodite a casa o - in caso di disposizione testamentaria, rilasciata dalla persona quando era ancora in vita - venire disperse nei luoghi e nelle modalità disciplinate da Legge Regionale.
"Oggi la sensibilità è cambiata e queste pratiche sono sempre più diffuse: i cittadini ci stanno chiedendo da tempo che anche Lecco si doti di un servizio di cremazione".
In città l'impianto (che deve necessariamente essere costruito in un'area cimiteriale) potrebbe trovare spazio nel campo santo di Castello, dove - nei pressi di via Lusciana - ci sono già alcune strutture ancora non ultimate che potrebbero essere riconvertite.
"Per ora - ha concluso l'assessore Mazzoleni - non possiamo che attendere un responso favorevole da parte della Regione: quando arriverà valuteremo le modalità migliori per la realizzazione".
P.V.