Galbiate: inaugurata la falesia di Camporeso, primi tiri alla presenza delle autorità

Per la gioia degli appassionati di arrampicata sportiva, torna accessibile e restaurata la falesia di Camporeso a Galbiate. L'inaugurazione si è tenuta nella mattinata di oggi, venerdì 21 luglio, cogliendo l'occasione del passaggio sul territorio della "carovana" organizzata da Ersaf per Camminaforeste Lombardia 2017.

Renato Corti

In primo piano Carlo Greppi e Federico Bonifacio

La falesia galbiatese tuttavia non è l'unica ad essere stata rimessa a nuovo: tutto il sistema di falesie intorno a Lecco - comprendente le pareti rocciose di Versasio, Introbio, Vaccarese, Rocca di Baiedo, Sasso di Introbio, Civate, Campelli, Bobbio, Era Glaciale, Zucco dell'Angelone e Masone - è stato oggetto di restauro nell'ambito di un apposito progetto di valorizzazione promosso dall'assessorato allo Sport e Politiche per i Giovani di Regione Lombardia, in collaborazione con la Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, la Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d'Esino e Riviera, il Collegio Regionale Guide Alpine Lombardia, il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio di Lecco.  

Renato Corti, Fabrizio Pina e Antonio Rossi

Antonio Rossi

Sandro Ronchi, che per primo ha chiodato questa e altre falesie lecchesi

Come hanno spiegato le diverse autorità che si sono riunite in mattinata per l'inaugurazione nel settore Anfiteatro della falesia galbiatese, il progetto di riqualificazione è finalizzato alla promozione turistica del territorio in chiave naturalistica. "È un progetto a cui noi, e in particolare l'assessore regionale allo Sport Antonio Rossi, teniamo molto - hanno spiegato i referenti della Regione intervenuti all'inaugurazione - con orgoglio possiamo dire che l'assessorato ha collocato 400.000 euro di risorse per la sistemazione delle falesie e 40.000 euro in comunicazione. Abbiamo creduto molto in questo progetto dopo aver assistito al convegno organizzato dalla Comunità del Lario Orientale a Palazzo delle Paure, dove è stata portata la significativa esperienza di Arco di Trento, località in cui l'arrampicata sportiva e altre attività outdoor hanno contribuito in maniera determinante all'attrattività turistica. Siamo andati a visitarlo di persona e abbiamo deciso di puntare sulle falesie lecchesi: sono una ricchezza enorme e insieme al progetto Brezza dedicato al cicloturismo potranno contribuire allo sviluppo di un turismo basato sulla valorizzazione delle attrattive naturali del territorio".

La falesia restaurata alla prova

Una ricchezza, quella naturalistica, su cui si sono soffermati anche il rappresentante dell'amministrazione comunale di Galbiate Carlo Mazzoleni, il presidente della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino Carlo Greppi e il presidente del Parco Monte Barro Federico Bonifacio, che ha sottolineato come la falesia di Camporeso - una delle più frequentate e apprezzate del territorio - sia una risorsa importante per promuovere il turismo anche in relazione alle altre strutture offerte dal Parco come l'ostello, i tre musei e gli innumerevoli percorsi paesaggistici e naturalistici. Le attività di progettazione e realizzazione del restauro sono state possibili grazie alla stretta collaborazione con il Collegio Regionale Guide Alpine Lombardia, che grazie alle conoscenze tecniche in materia di arrampicata ha potuto contribuire prima alla stesura delle linee guida e poi in prima persona al disgaggio, alla pulizia della parete dalla vegetazione, alla rimozione della vecchia chiodatura e al posizionamento di quella nuova.

"Siamo molto soddisfatti di aver potuto dare il nostro contributo perché questo è anche l'ambiente in cui lavoriamo quando veniamo ad accompagnare i gruppi di arrampicata, oltre a trascorrerci il nostro tempo libero - ha commentato il presidente del Collegio Guide Fabrizio Pina - il risultato è molto buono, ma dobbiamo innanzitutto ringraziare chi per primo ha chiodato queste falesie e le ha curate negli anni in maniera del tutto volontaria e autonoma".  

"Se siamo qui oggi lo dobbiamo a Sandro Ronchi, che per primo ha iniziato a mettere mano a queste falesie negli anni '90, individuando i luoghi e scegliendo chiodatura e itinerari; in occasione di questo progetto ha ripreso ad arrampicare dopo tredici anni per poter ripercorrere le vie e darci consigli - ha aggiunto Renato Corti della Comunità Montana - Il restauro è stato idealmente "conservativo", nel senso che sono stati interamente richiodati i 145 tiri esistenti con ancoraggio ad espansione meccanica, mentre altri sono stati rimossi e non ripristinati a causa della conformazione della parete; i buchi dovuti al vecchio ancoraggio sono stati riempiti con della resina ma nessun nuovo tiro è stato aggiunto. Il progetto prevede anche un piano di manutenzione quinquennale a cura del Collegio Guide".

Le falesie sono state restaurate a rotazione e il lavoro su quella di Camporeso è durato poco meno di un mese, impegnando circa otto persone a tempo pieno; oltre al periodo particolarmente caldo, l'intervento è stato reso ulteriormente difficoltoso a causa delle incursioni di alcuni arrampicatori che, incuranti dei divieti e dei sentieri chiusi, si sono avventurati comunque nelle vicinanze della parete, mettendo a rischio la propria e altrui incolumità.  
"Siamo consapevoli che non si possa parlare di messa in sicurezza assoluta negli sport outdoor, però abbiamo fatto il possibile per ridurre il rischio di caduta massi e mettere a nuovo la chiodatura. Inoltre il progetto è innovativo perché per la prima volta come Regione abbiamo affrontato il problema della proprietà della falesia: spesso i proprietari le chiudono per evitare responsabilità, invece in questo caso siamo riusciti a stringere un accordo per utilizzarle; un'altra novità sono i requisiti tecnici stilati con il Collegio Guide, che puntano a mantenere quanto più possibile lo spirito originario con cui sono state chiodate le falesie. È un buon punto di partenza per poter replicare esperienze analoghe in altri territori, per cui ringraziamo Pietro Corti, Pietro Buzzoni, Renato Corti e Ruggero Meles per l'impegno investito nel progetto"
ha commentato il dirigente di Regione Lombardia Luca Vaghi, raggiunto in ultimo dall'assessore Antonio Rossi il quale ha confermato l'interesse suscitato dal progetto a livello regionale: "in molte altre provincie mi hanno chiesto di replicare quello che abbiamo fatto qui, perché si crede molto nelle iniziative volte alla promozione degli sport all'aria aperta accessibili a tante persone in maniera sicura. Pensavamo fosse più facile ma si è rivelata una salita in corda doppia: però oggi siamo qui, contenti di aver raggiunto questo risultato. Grazie a tutti".

All'inaugurazione della falesia sono immediatamente seguite delle prove di arrampicata con il supporto del Collegio Regionale Guide Alpine Lombardia, mentre la carovana del Camminaforeste è proseguita verso la stazione della funivia dei Piani d'Erna; da qui a piedi si raggiungerà nel pomeriggio la Capanna Alpinisti Monzesi dove alcuni falesisti presenteranno la loro esperienza, mentre domani l'evento si concluderà con la tappa finale e l'arrivo alla Costa del Palio.
E.T.
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