Inchiesta sulle 'ecoballe', Colombo: Silea non ne ritira, potremmo essere semmai parte lesa

Mauro Colombo
"Sono tranquillo, so come lavorano i miei collaboratori e ho piena fiducia nel loro operato. Attendiamo di conoscere il contenuto della documentazione relativa all'inchiesta della Procura di Brescia, abbiamo dato mandato ai nostri legali per approfondire la questione a seguito delle informazioni contenute in comunicati pubblicati ieri a mezzo stampa. A differenza dei loro firmatari, non abbiamo in mano gli atti e in ogni caso, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna contestazione in merito".

Abbiamo chiesto a Mauro Colombo, a capo del Cda di Silea Spa, chiarimenti in merito al presunto coinvolgimento della società valmadrerese - che gestisce lo smaltimento dei rifiuti in Provincia di Lecco - nell'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia, inerente il supposto traffico illecito di circa 100.000 tonnellate di "ecoballe" che - ritengono gli inquirenti - dalla Campania sarebbero state portate in Lombardia e Piemonte per essere smaltite. Un'indagine che ha portato all'arresto di Paolo Bonacina, 46enne amministratore unico della B&B di Torre Pallavicina (Bg) e della Bps Srl con sede ad Abbadia Lariana nonchè di Giuseppe Esposito, 60enne capo impianto della Aral Spa di Castelceriolo partecipata al 100% dalla Provincia di Alessandria.
Qui Lecco Libera ha reso noti alcuni stralci tratti dai documenti relativi alle risultanze investigative, compresa l'affermazione "la documentazione acquisita in B&B srl alla data del 27 novembre 2015 permetteva di accertare che nel corso del 2015 venivano inviati a recupero energetico (con causale R1 ) al termoutilizzatore della società SILEA spa di Valmadrera tonnellate 826 di rifiuti classificati con CER 191212".
A tal proposito, Mauro Colombo ha specificato che in passato non sono mancati rapporti commerciali con l'azienda bergamasca e che proprio dall'impianto orobico è giunto un carico di rifiuti non pericolosi. "Si tratta di un quantitativo minimo se pensiamo che annualmente l'impianto brucia 100.000 tonnellate di rifiuti. Non ero a conoscenza che questa azienda fosse stata nostra fornitrice, per il semplice motivo che per quantità di questa portata è lo staff tecnico e commerciale ad occuparsi dell'attività e la decisione non passa dal Cda. Mi sono informato a seguito delle notizie circolate nelle ultime ore".
Non si tratta però in alcun caso, ha specificato, di ecoballe. "Noi non ne ritiriamo, i rifiuti arrivati dall'impianto bergamasco di Torre Pallavicina - che effettua il trattamento a freddo, quindi li smista - sono giunti con causale R1 (che indica il recupero energetico) con la certificazione CER 191212, cioè derivanti da trattamento meccanico e non pericolosi. I nostri sistemi di controllo sono attivi su tutto ciò che entra dai nostri cancelli. L'impianto in questione inoltre rientra nelle cosiddette "white list", elenchi prefettizi delle realtà non soggette a infiltrazioni mafiose. Valuteremo come muoverci una volta effettuati gli opportuni accertamenti, ma sull'intera questione posso dire di essere molto tranquillo. Potremmo essere semmai parte lesa".
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