Azienda Ospedaliera: excursus nella 'libera professione' con i costi delle visite private in ospedale e direttamente... a casa
Una visita cardiologica in salotto? Perchè no. Ma anche il pediatra dell’ospedale direttamente nella cameretta del proprio bimbo e il fisiatra pronto a dare un occhio alla nonna rimasta bloccata a letto. E che dire di un controllo più generale direttamente con il primario di Medicina del Mandic? Sempre nella propria abitazione, ovviamente. Forse in pochi lo sanno ma sono svariati gli operatori in capo all’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco disponibili – in regime di libera professione –a raggiungere personalmente i propri pazienti a domicilio. Allo stesso prezzo o con un piccolo “balzello” rispetto alle tariffe concordate con l’Ao per quelle prestazioni “extra-ticket” intramoenia già erogate quindi “privatamente” in ospedale, prestazione che possono essere di ogni tipo: dalla visita al controllo passando per l’accertamento diagnostico fino ad arrivare alla perizia medico legale.
E’ infatti un mondo decisamente variegato quello della “libera professione” che si affianca – parallelamente – al servizio offerto “tramite mutua” come si usa dire. Vi accedono prevalentemente due categorie di paziente: coloro i quali “hanno fretta” e hanno quindi necessità di eludere le liste d’attesa ma soprattutto coloro i quali hanno instaurato un rapporto fiduciario con un professionista ospedaliero e vogliono continuare ad essere seguiti dallo stesso senza correre il rischio di “passare di mano” di medico in medico come può accadere invece accedendo ai medesimi servizi per via “tradizionale”.
Elemento in comune tra le due tipologie di utenti, neanche a dirlo, è la possibilità di poter corrispondere un prezzo più alto – in alcuni casi decisamente più alto – rispetto al ticket.
125 euro la tariffa applicata dal dottor Massimo Vanoli (Medicina), 130 quella del dottor Stefano Maggiolini (Cardiologia) già comprensiva di egc e 150 quella del dottor Giuseppe Minnici (Ortopedia) sempre per rimanere a Merate.
Un controllo successivo, poi, può costare tanto quanto una visita o “qualcosina” in meno, senza che si possa individuare un parametro generale per indicare nel complesso quale sia il “tasso di sconto” applicato a chi torna per proseguire le cure con lo specialista prescelto. Insomma le differenze, anche senza addentrarci nell’elencare tutti i professionisti che prestano tale genere di servizio, sono tantissime.
Eleviamo ad esempio il costo di un pap-test che – come specificato nella tabella per la gestione delle prenotazioni disponibile sul sito internet dell’ao – va associato sempre alla visita. Se eseguito dal dottor Ciro Sportelli viene fatto pagare 20 euro a cui si sommano appunto i 100 della visita. Se si opta per il dottor Mario Villa o per la dottoressa Cecilia Pirovano, lo si paga 10 euro + 100 euro ma se invece si sceglie la collega di reparto Alessandra Arreghini si devono versare 10 euro + 120 euro. Insomma, un vero ginepraio di tariffe tutte concordate e autorizzate dall’Azienda che trattiene nelle proprie casse una fetta sostanziosa di quanto “tirato fuori” dai pazienti pari ad un terzo della spesa. Se dunque un utente paga alla cassa 100 euro, al medico ne vengono riconosciuti (sulla busta paga del mese successivo) 70 netti che “scremati” dalle tasse si riducono a circa 35 euro.
“Non si può dire che lo facciamo per arricchirci” spiega dunque un dipendente dell’Ao che ci ha aiutato a giostrarci in questo mondo. “Le visite in libera professione le facciamo poi da “stimbrati”, fuori ovviamente dall’orario di lavoro e – per scelta aziendale – dopo le 16 del pomeriggio, in un giorno e in una fascia oraria decisa congiuntamente con gli Uffici per avere a disposizione un ambulatorio e – a chi serve – un infermiere. Nessuno di noi è obbligato a fare la libera professione: si tratta di una scelta. Non si può però offrire in tale modalità una specialità non presente – tramite mutua – in ospedale. Quanto ai prezzi, l’ordine dei medici stabilisce una soglia minima mentre la percentuale trattenuta dall’Azienda è aumentata lo scorso anno, arrivando al 30%: non poco. C’è chi pensa infatti che sarebbe più corretto se l’ospedale facesse pagare un forfait per “l’affitto” dell’ambulatorio come di fatto si fa fuori, nei centri polispecialistici, dove si concorda un “tot” e all’interno delle ore a disposizione ogni medico si gestisce i propri pazienti. Per quanto attiene invece le visite domiciliari in libera professione, il sistema risulta alquanto complicato e poco redditizio, sono ormai pochi coloro i quali continuato questo servizio: il paziente contatta il professionista, questo va a casa sua lo visita ma non si fa pagare. Per avere la ricevuta il Cliente deve infatti recarsi in ospedale e versare il dovuto (con il medico che nel frattempo ha avvisato di quanto effettuato l’apposito ufficio). Anche qui l’Azienda trattiene una percentuale balzata di colpo, lo scorso anno dal 10 al 22%. Il gioco vale poco la candela…”.
L’elenco non è però cortissimo e ben “articolato”. Il dottor Marco Riggio (anestesista) è disponibile per una visita antalgica a 150 euro, stessa cifra necessaria per avere a casa propria il dottor Isidoro Gianluca Pera (Cardiologo) oppure la collega Elisabetta Lobiati che, nella tariffa include anche l’ecg. 150 euro anche per il pediatra Gianpaolo Mirri che invece in ospedale si fa pagare 90 euro e per il primario di Neonatologia Roberto Bellù (la cui tariffa al Manzoni, come già detto, è di 120 euro). Pià economica la visita nefrologica, 120 euro con la dottoressa Maria Carla Bigi o quella neurologica con la dottoressa Giuditta Giussani (100 euro) o con il dottor Francesco Basso (140 euro). Più caro invece lo psichiatra Flavio Colombo (200 euro) mentre il collega Giuseppe Giunta va a fascia chilometrica: 130 euro entro i 15 chilometri da Lecco, 150 oltre. Medesima scelta per il fisiatra del Mandic Tommaso Sellaroni che riduce però la soglia a 10 chilometri da Merate. 150 euro, infine, quanto richiesto dal chirurgo Paolo Casati, dal primario di Medicina Massimo Vanoli, dal neurologo Antonio Tetto e dall’internista Aurelio Castelnuovo. Di seguito gli elenchi completi:
E’ infatti un mondo decisamente variegato quello della “libera professione” che si affianca – parallelamente – al servizio offerto “tramite mutua” come si usa dire. Vi accedono prevalentemente due categorie di paziente: coloro i quali “hanno fretta” e hanno quindi necessità di eludere le liste d’attesa ma soprattutto coloro i quali hanno instaurato un rapporto fiduciario con un professionista ospedaliero e vogliono continuare ad essere seguiti dallo stesso senza correre il rischio di “passare di mano” di medico in medico come può accadere invece accedendo ai medesimi servizi per via “tradizionale”.
Elemento in comune tra le due tipologie di utenti, neanche a dirlo, è la possibilità di poter corrispondere un prezzo più alto – in alcuni casi decisamente più alto – rispetto al ticket.
Pierluigi Carzaniga, Massimo Vanoli, Stefano Maggiolini e Giuseppe Minnici
Se si sceglie un primario, ad esempio, il costo per una visita non sarà mai inferiore ai 100 euro, eccezion fatta per il dottor Luciano Beccaria direttore della Pediatria del Manzoni (90 euro) e del dottor Pierluigi Carzaniga direttore dalla Chirurgia del Mandic la cui tariffa è di “appena” 77 euro, inferiore rispetto a quella di tutti i suoi colleghi di reparto i cui costi vanno dagli 80 euro del dottor Hamid Parkravan ai 100 tondi tondi della maggior parte degli specialisti, dalla dottoressa Carla Magni al dottor Paolo Casati passando per Marco Confalonieri, Mario Baragetti e Marco Rovagnati.125 euro la tariffa applicata dal dottor Massimo Vanoli (Medicina), 130 quella del dottor Stefano Maggiolini (Cardiologia) già comprensiva di egc e 150 quella del dottor Giuseppe Minnici (Ortopedia) sempre per rimanere a Merate.
Alcuni dei professionisti lecchesi citati: Stefano Savonitto, Luciano Beccaria, Amando Gamba, Ottaviano Martinelli
Fabrizio Parente, Daniele Prati, Paolo Bonfanti e Roberto Bellù
Spostandoci invece a Lecco e facendo riferimento ancora alle visite dinnanzi a un primario, si arriva al “top” con il dottor Stefano Savonitto (Cardiologia): 200 euro, egc incluso. Stessa cifra chiesta dal collega Armando Gamba (Cardiochirurgia) solo però ai pazienti mai operati. Segue, distanziato di poco Andrea Salmaggi (Neurologia): 180 euro. La maggior parte dei colleghi si colloca invece sui 150 euro: Alessandro Lunghi (Neuroradiologia), Fabrizio Fantini (Dermatologia), Agostino Colli (Epatologia/Gastroenterologia/Medicina Generale), Paolo Bonfanti (Malattie Infettive)… Sotto tale soglia troviamo Fabrizio Parente (Gastroenterologia – 130 euro), Roberto Bellù (Neonatologia – 120 euro), Daniele Prati (Ematologia – 103 euro), Ottaviano Martinelli (Neuropsichiatria infantile – 100 euro) e il già citato Luciano Beccaria (Pediatria – 90 euro).Un controllo successivo, poi, può costare tanto quanto una visita o “qualcosina” in meno, senza che si possa individuare un parametro generale per indicare nel complesso quale sia il “tasso di sconto” applicato a chi torna per proseguire le cure con lo specialista prescelto. Insomma le differenze, anche senza addentrarci nell’elencare tutti i professionisti che prestano tale genere di servizio, sono tantissime.
Eleviamo ad esempio il costo di un pap-test che – come specificato nella tabella per la gestione delle prenotazioni disponibile sul sito internet dell’ao – va associato sempre alla visita. Se eseguito dal dottor Ciro Sportelli viene fatto pagare 20 euro a cui si sommano appunto i 100 della visita. Se si opta per il dottor Mario Villa o per la dottoressa Cecilia Pirovano, lo si paga 10 euro + 100 euro ma se invece si sceglie la collega di reparto Alessandra Arreghini si devono versare 10 euro + 120 euro. Insomma, un vero ginepraio di tariffe tutte concordate e autorizzate dall’Azienda che trattiene nelle proprie casse una fetta sostanziosa di quanto “tirato fuori” dai pazienti pari ad un terzo della spesa. Se dunque un utente paga alla cassa 100 euro, al medico ne vengono riconosciuti (sulla busta paga del mese successivo) 70 netti che “scremati” dalle tasse si riducono a circa 35 euro.
“Non si può dire che lo facciamo per arricchirci” spiega dunque un dipendente dell’Ao che ci ha aiutato a giostrarci in questo mondo. “Le visite in libera professione le facciamo poi da “stimbrati”, fuori ovviamente dall’orario di lavoro e – per scelta aziendale – dopo le 16 del pomeriggio, in un giorno e in una fascia oraria decisa congiuntamente con gli Uffici per avere a disposizione un ambulatorio e – a chi serve – un infermiere. Nessuno di noi è obbligato a fare la libera professione: si tratta di una scelta. Non si può però offrire in tale modalità una specialità non presente – tramite mutua – in ospedale. Quanto ai prezzi, l’ordine dei medici stabilisce una soglia minima mentre la percentuale trattenuta dall’Azienda è aumentata lo scorso anno, arrivando al 30%: non poco. C’è chi pensa infatti che sarebbe più corretto se l’ospedale facesse pagare un forfait per “l’affitto” dell’ambulatorio come di fatto si fa fuori, nei centri polispecialistici, dove si concorda un “tot” e all’interno delle ore a disposizione ogni medico si gestisce i propri pazienti. Per quanto attiene invece le visite domiciliari in libera professione, il sistema risulta alquanto complicato e poco redditizio, sono ormai pochi coloro i quali continuato questo servizio: il paziente contatta il professionista, questo va a casa sua lo visita ma non si fa pagare. Per avere la ricevuta il Cliente deve infatti recarsi in ospedale e versare il dovuto (con il medico che nel frattempo ha avvisato di quanto effettuato l’apposito ufficio). Anche qui l’Azienda trattiene una percentuale balzata di colpo, lo scorso anno dal 10 al 22%. Il gioco vale poco la candela…”.
L’elenco non è però cortissimo e ben “articolato”. Il dottor Marco Riggio (anestesista) è disponibile per una visita antalgica a 150 euro, stessa cifra necessaria per avere a casa propria il dottor Isidoro Gianluca Pera (Cardiologo) oppure la collega Elisabetta Lobiati che, nella tariffa include anche l’ecg. 150 euro anche per il pediatra Gianpaolo Mirri che invece in ospedale si fa pagare 90 euro e per il primario di Neonatologia Roberto Bellù (la cui tariffa al Manzoni, come già detto, è di 120 euro). Pià economica la visita nefrologica, 120 euro con la dottoressa Maria Carla Bigi o quella neurologica con la dottoressa Giuditta Giussani (100 euro) o con il dottor Francesco Basso (140 euro). Più caro invece lo psichiatra Flavio Colombo (200 euro) mentre il collega Giuseppe Giunta va a fascia chilometrica: 130 euro entro i 15 chilometri da Lecco, 150 oltre. Medesima scelta per il fisiatra del Mandic Tommaso Sellaroni che riduce però la soglia a 10 chilometri da Merate. 150 euro, infine, quanto richiesto dal chirurgo Paolo Casati, dal primario di Medicina Massimo Vanoli, dal neurologo Antonio Tetto e dall’internista Aurelio Castelnuovo. Di seguito gli elenchi completi:
A.M.