Lecco: presentato il 73esimo corso con i Paracadutisti, i giovani affascinati 'dall'ambiente'

Venerdì sera, presso la scuola elementare De Amicis di Lecco, l'associazione d'arma "Paracadutisti Lecco", parte dell'ANPdI (associazione nazionale paracadutisti d'Italia), ha presentato i suoi corsi di lancio vincolato sotto controllo militare e i suoi corsi di ricondizionamento al lancio.

Lo staf tecnico con Carlo Murelli. Da sinistra Marco Vittorio Gilardi, Giordano Casati e Andrea Nozza

Sono stati il presidente e capitano della squadra di lancio di precisione Arnaldo Tavola e il vice-presidente Andrea Radaelli a presentare all'auditorio gli istruttori, quanto svolgono e la storia del corpo militare della Folgore. Nonostante l'associazione di Lecco svolga questo tipo di attività da più di trent'anni, quest'anno è stato il primo in cui i paracadutisti Lecco hanno deciso di organizzare una serata illustrativa aperto al pubblico perché, secondo le parole di Radaelli, "Nonostante quello che stiamo per presentare sia il nostro 73esimo corso, molte persone non conoscono la nostra associazione e cosa fa, ma noi vogliamo sia aperta a tutti: a chi ha fatto il paracadutista, a chi vuole avvicinarsi al paracadutismo o a chi lo ha fatto e si vuole riavvicinare. Con la fine della leva obbligatoria è diventato più difficile rimanere "sulla cresta dell'onda", quindi noi siamo qui stasera per farci conoscere e mostrare a tutti i punti di forza di questo gruppo, che permette al paracadutismo di rimanere vivo a Lecco". Maurizio Chirichetti ha poi raccontato la storia del "più giovane corpo dell'esercito italiano" e della battaglia di El Alamein. Questa scelta non è stata casuale, poiché oltre ad essere stata una delle prime - se non la prima - battaglia in cui l'esercito italiano ha sfruttato al meglio un contingente di paracadutisti, in quel teatro di guerra ha combattuto anche il presidente onorario e tuttora membro dell'associazione Carlo Murelli, classe 1921, figura di spicco e mentore per tutti i soci più giovani. Il gruppo ANPdI di Lecco è uno degli ultimi che può vantare la presenza tra i suoi membri di un reduce della seconda guerra mondiale e nel 2006 ha anche organizzato un viaggio per tesserati e  sostenitori proprio ad El Alamain, in Egitto, dove hanno visitato i campi di battaglia e hanno porto i loro saluti agli oltre 1300 morti e 4000 dispersi.

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I parà Lecco, in quanto associazione d'arme, hanno tra i loro membri principalmente ex-paracadutisti di leva o aspiranti tali ma tra le proprie fila "arruola" anche soci civili che praticano anche altre specialità di lancio oltre al lancio vincolato sotto controllo militare come il lancio di precisione. Proprio quest'ultimi si prestano spesso a dimostrazioni nel corso di cerimonie organizzate sul territorio. Completano lo "schieramento" poi tesserati che condividono e hanno fatto propri i valori della Folgore.  
Oltre all'organizzazione di corsi di ricondizionamento per chi avesse interrotto l'attività di lancio e voglia riprenderla, il gruppo si propone di permettere a ragazze e ragazzi di ogni età di provare l'ebrezza di un lancio vincolato usando il cosiddetto "tondo". Questo tipo di attività è diversa dai comuni lanci con paracadute a vela, perché ha inizio ad un'altezza di 450 metri, con l'atleta legato da una corda di vincolo ed il paracadute ha un'apertura automatica, mentre i lanci sportivi in genere sono in caduta libera e partono dai 4000 metri, con l'apertura controllata dal paracadutista stesso intorno ai 1500 metri.

Una foto d'archivio scattata durante l'attività

Ad entrare nel "tecnico" è stato il primo istruttore e capo tecnico del gruppo Andrea Nozza che ha spiegato tutti i dettagli sullo svolgimento dei corsi e sui ricondizionamenti, sul materiale utilizzato, sugli esami fisici e teorici da affrontare e sui metodi di lancio. Nozza ha voluto insistere inoltre su come con l'impegno tutti possano prepararsi fisicamente e mentalmente ad un lancio col paracadute, ma che sta a lui e agli altri istruttori la decisione se permettere ad un atleta di farlo o se rimandarlo ad un ulteriore esame. Questo perché il loro primo obbiettivo è quello di garantire la sicurezza dell'atleta e soltanto con una mente concentrata e sicura si può fare un'attività del genere.
Il presidente Tavola e il presidente onorario Murelli hanno poi insignito del brevetto di lancio i due ragazzi che hanno completato l'ultimo corso: si tratta di Colzani Paolo e Manfredi Antonio che, a loro volta, hanno voluto donare ai loro istruttori e al numero uno del sodilizio delle targhe di ringraziamento.  

I due brevettati all'esito dell'ultimo corso

Per finire, l'intero gruppo Paracadutisti ha urlato il tradizionale rompete le righe: "Parà! Folgore!". Presente alla serata un discreto numero di giovani interessati al corso con le loro famiglie ma anche due paracadutisti che sono intenzionati a riprendere l'attività di lancio. Dei ragazzi, ai quali è anche stato permesso di farsi imbragare con l'attrezzatura completa, tutti volevano partecipare al corso in vista di una possibile carriera militare ma hanno ammesso anche di essere usciti dalla sede affascinati dall'ambiente e dall'atmosfera creata dal gruppo.
R.G.
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