Lecco perduta/52: quel 'ciak' incompiuto con il Circolo ''8 millimetri''

C’era anche il Circolo lecchese dei Amatori Cinematografici a passo ridotto 8 millimetri fra le novità della città nel periodo del boom economico anni ’60 del Novecento. Era un tentativo assolutamente nuovo, nell’ambito dei dilettanti della macchina di ripresa di realizzare dei film ambientati in città, ma anche una pellicola di fantascienza con marziani e lunari, proiettata nell’anno Tremila.
Il regista del circolo era il compianto Antonio Pone, che è stato attivo anche nelle file del Moto Club Lecco del presidente Giorgio Riccardo Zoboli. “Non sarà un lavoro facile – dichiarò Antonio Pone in un’intervista al Corriere Lombardo, quotidiano della sera di Milano – Tutte le pellicole richiederanno impegno notevole, in modo particolare quella che pensiamo di far diventare Lecco una città astrale, contesa dagli eserciti di Marte. Sarà un ciak di assoluta fantascienza veramente difficile per quanto riguarda gli esterni. La prima pellicola – proseguì Pone – sarà ambientata tra i giovani di oggi, nelle novità del loro tempo libero che consente spedizioni anche fuori città.”

Il gruppo degli aspiranti giovani attori sul muretto di via Stelvio

Il riferimento del film in progetto era una nota pellicola uscita qualche anno prima, “I Delfini”, andato in proiezione presso il Cinema Nuovo. Era ambientata tra giovani di provincia, che riflettevano sull’essere molto cambiati, sulle novità che li circondavano.
Il regista Antonio Pone sarebbe stato affiancato da Giovanni Lanfranchi e Gianni Panzeri, ed anche da Franco Albarello e Carlo Sozzi. La colonna sonora era affidata a Peppino Mazzoleni, conosciuto per il suo complesso orchestrale. Una ventina di giovani attori attendevano con impazienza di essere protagonisti davanti alla macchina da ripresa. Le prime immagini del film anni ’60, tra novità cittadine ed amori giovanili, vennero riprese lungo la vecchia strada di Santo Stefano, sul tratto che scendeva al lago verso Pradello. E’ un tratto stradale oggi rimasto della vecchia via Stelvio, mentre il tratto precedente è stato cancellato dal gigantesco vallo paramassi, costruito dopo la tragedia del San Martino, del febbraio 1969. La foto è quella degli aspiranti attori, che tali rimasero perché il film, dopo le prime riprese, si fermò per difficoltà operative, ed è stata scattata lungo il muretto panoramico dell’antica strada che guarda al lago, sopra la località Caviate.
A.B.
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