Quel fine febbraio 1967: dal San Martino ai Promessi SposI. Poi arrivò Chissa chi lo sa?

E’ un fine settimana ancora da ricordare l’ultimo del mese di febbraio 1967, cinquant’anni or sono. Sabato 25 la città era con il fiato sospeso guardando verso il monte San Martino, dove, alle ore 11, segnalato dal suono di una sirena bellica degli allarmi aerei, venne fatto disintegrare il colossale macigno, alto come una casa di cinque piani, che appariva instabile.
    Mille persone erano state evacuate, quasi trecento erano impegnate nella maxi operazione organizzata dal Comune di Lecco, con la regia tecnico-operativa di un esperto minerario a livello internazionale: l’ing. Giuliano Orsini. Venne impiegato un quintale e mezzo di dinamite, penetrando il masso con 28 perforazioni di micro cariche “a pioggia”.

Panorama del monte San Martino

    Quel giorno vennero a Lecco gli inviati dei maggiori quotidiani e settimanali, nonché le squadre del telegiornale RAI TV che allora era uno solo, in bianco e nero, e del Gazzettino Padano, popolare trasmissione RAI, in onda dagli studi di Milano. Tutto andò bene e, come sottolineò Il Giorno con l’inviato Marco Nozza, “un boato ed una pioggia di rocce nel canalone” segnarono la fine di un incubo per la città.
    La domenica sera, invece, 26 febbraio, andò in onda l’ultima puntata delle otto previste con il grande sceneggiato “I Promessi Sposi” del regista Sandro Bolchi. Il ruolo di Renzo era stato interpretato dal lecchese Nino Castelnuovo. I dati di ascolto furono superiori ad ogni rosea previsione, toccando nelle varie serate, dal 1° gennaio 1967 a fine febbraio, un tetto minimo di 15 milioni di telespettatori.
    I benefici effetti dei Promessi Sposi alla RAI TV si fecero subito sentire con un notevole aumento del flusso turistico nei luoghi manzoniani. Trecento commercianti ed albergatori giunsero con treno speciale da Montecatini. I graditi ospiti, dopo essere stati accompagnati da quattro guide, raggiunsero Mandello per un pranzo al Continental. Nel pomeriggio vi fu una gita in battello sino a Bellagio.

Nino Castelnuovo e Paola Pitagora fotografati a Lecco, davanti all’allora palazzo Falck, in piazza Garibaldi

    Aumentarono subito anche le visite di scolaresche di ogni ordine e grado. La comitiva più numerosa era segnalata dalla scuola media “Gobetti”, di Settimo Torinese, con 180 allievi, guidati dalla preside Elena Massari. Era impegnato il gruppo guide con Ines Pozzi Riva, Attalo Bertolazzi e Giovanna Fazzini.
    L’Azienda Turismo rendeva noto a maggio che le comitive ai luoghi manzoniani erano notevolmente aumentate rispetto all’anno precedente, raggiungendo già il numero di 97 gruppi, con 7.740 partecipanti.
    Veniva attribuita anche all’”influenza” dei Promessi Sposi sulla RAI TV l’iniziativa di collocare “manichini” con personaggi manzoniani, all’ingresso del costruendo villaggio di Consonno, sulla collina sopra Olginate, al centro di polemiche per la demolizione del vecchio borgo precedente.
    Sulle pagine del Giornale di Lecco, il noto studioso manzoniano Leopoldo Rigoli concludeva i commenti relativi allo sceneggiato TV. Scriveva che “era doveroso esprimere un giudizio complessivo favorevole alla realizzazione televisiva di Bolchi e di Bacchelli”. Esprimeva un plauso all’interpretazione del lecchese Nino Castelnuovo nella parte di Renzo, mentre era meno positivo il giudizio su Paola Pitagora nel ruolo di Lucia
Lecco, per i primi due mesi 1967 aveva ricevuto, con il sasso del San Martino ed i Promessi Sposi, i benefici di una diffusa pubblicità “televisiva”. Sembrava tutto finito, ma ci fu il classico “non c’è due senza tre”. Balzarono alla ribalta della RAI TV i Magnifici 7, studenti della terza media di Valmadrera che per mesi vinsero ogni contesa nella trasmissione “Chissà chi lo sa?”, condotta da Febo Conti negli studi di Milano. La squadra era guidata dal preside della “Vassena” di Valmadrera, Ismaele Secchi, dall’insegnante Elisabetta Redaelli e da don Giacomo Cossa. I ragazzi erano Alfredo Vassena (capitano), Luigi Crimella, Massimo Valeti, Silvano De Maria, Italo Dell’Oro, Luigi Rusconi, Enrico Mutti.

I magnifici 7 di Valmadrera, popolarissimi a Chissà chi lo sa?

Il nome di Valmadrera, vicino a Lecco, divenne conosciuto in tutta Italia. Febo Conti dichiarò di aver ricevuto migliaia di lettere per la trasmissione. I ragazzi di Valmadrera furono impegnati in manifestazioni varie come ospiti d’onore. “Chissà chi lo sa?” venne copiato in scala ridotta lecchese tra le scuole medie cittadine, con la finale vinta dalla squadra di Chiuso, guidata da Cinzia Pruneri, con Fabrizio Magnaghi, Fabio Bettiga, Gianni Corti, Gianluigi Caccialanza, Graziella Spagnolo e Gesuino Dossi. L’organizzazione era stata di don Giacomo Cossa; aveva presentato Renato Tedoldi.
Aloisio Bonfanti
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