Calolzio, un anno da incorniciare per la 'nuova' Aido: gli iscritti sono quasi 1000

Solo un anno fa l'Aido di Calolzio stava per chiudere i battenti. Sono passati 12 mesi ma sembra una vita: grazie al "trapianto" degli amici avisini, il gruppo ha trovato nuovi membri e nuove energie per continuare il cammino che dura da più di 40 anni.
"Ci stiamo dando davvero da fare" ha sottolineato il presidente Beppe Bosisio durante l'annuale assemblea andata in scena sabato nel salone dei Volontari del Soccorso. "L'anno scorso eravamo in bilico mentre ora guardiamo avanti e la voglia non manca".

Da sinistra Giacomo Colombo, Roberta Galli e Beppe Bosisio

Gli iscritti sfiorano quota 1000 e sta avendo anche una grande eco tra i calolziesi la possibilità di dichiarare la propria volontà alla donazione direttamente al rinnovo della Carta d'Identità all'ufficio anagrafe: il servizio è partito a settembre e in pochi mesi oltre 100 cittadini hanno espresso parere favorevole.
Colpisce che solo uno sia stato il "No" a testimonianza del lavoro di informazione e sensibilizzazione fatto in città dal gruppo.
"Un grande lavoro è quello che facciamo nelle scuole, incontrando gli alunni dell'Istituto Comprensivo in particolare quelli delle medie attraverso la settimana dei lavori. Quest'anno in particolare abbiamo notato una grande sensibilità e attenzione nei ragazzi" ha continuato Bosisio. "Ma non vogliamo che l'informazione si limiti ai giovani: per questo porteremo avanti alcune attività pensate anche per gli adulti".

In prima fila, Massimo Tavola e il presidente Avis Lionello Cattaneo

In particolare a fine aprile ci saranno i 3 giorni di "Aido in festa" con iniziative di divulgazione e di raccolta fondi. Grande importanza avrà la serata di venerdì 30 che vedrà la partecipazione del calolziese (originario di Oggiono) Alberto Frigerio che deve la sua vita ad un trapianto cardiaco e che sta diventando un "testimonial" d'eccezione per l'Aido. Nelle scuole il suo racconto riesce a toccare gli animi dei ragazzi: confrontarsi con la sua esperienza, rendersi conto che oggi lui è vivo grazie alla generosità di chi ha donato i propri organi è un vero e proprio "inno" all'Aido.
Alberto Frigerio era affetto da una malattia cardiaca ereditaria, la cardiomiopatia dilatativa: fino al 2004 ha condotto una vita normalissima ma il suo cuore si è rotto e aveva una funzionalità solo del 15%.
Ha dovuto vivere un cuore artificiale e nel 2015 ha ricevuto un cuore "nuovo" che gli ha salvato la vita. "Alberto, durante i mesi che ha dovuto passare in ospedale, ha scritto un libretto (il manoscritto si intitola "Dalla Guerra di Troia al XXI secolo. La nascita e la rinascita di un uomo dal cuore traballante") in cui racconta la sua vita in attesa del trapianto e non solo. E' opuscolo davvero bello e prezioso che stiamo valutando di riuscire a pubblicare e stampare, magari in collaborazione con l'Avis di Oggiono e con l'Avis provinciale. In quella serata Alberto incontrerà i cittadini e spiegherà la sua esperienza" ha continuato il presidente.

Il giorno precedente, 29 aprile, si terrà un concerto nella chiesina di Lourdes a Calolzio con la partecipazione dei "Piccoli cantori delle colline di Brianza" mentre la domenica i volontari saranno di fronte a tutte le chiese della città per la vendita delle rose che già l'anno scorso è stata molto apprezzata dai calolziesi: un modo per raccogliere fondi ma allo stesso tempo per parlare di Aido.
La generosità dei calolziesi non è mancata nel corso del 2016: il gruppo ha raccolto anche 400 euro di donazioni spontanee.
Da sottolineare poi come la collaborazione con Avis stia portando tanti frutti: i donatori del sangue hanno messo a disposizione la sede e anche il bollettino informativo è stato stampato in condivisione.
"Rispetto allo scorso anno, quando si paventava la chiusura del gruppo, c'è una musica completamente diversa e lo vediamo dai risultati: questo ci rincuora e ci rende orgogliosi" ha sottolineato il vicesindaco Massimo Tavola, presente all'assemblea insieme all'assessore Luca Valsecchi e al capogruppo Paolo Autelitano. "Lo dico senza retorica: le associazioni sono il tesoro della nostra comunità e la vostra collaborazione con l'Avis è un modello che funziona e che dimostra i risultati che si possono ottenere facendo rete tra le varie realtà che operano sul territorio. Crediamoci e andiamo avanti" .
P.V.

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