Lecco: tutela dei diritti e nuove unioni nel convegno pubblico col magistrato Carrato
È proseguito con il convegno pubblico che si è tenuto in sala Ticozzi nella serata di ieri, venerdì 10 febbraio, l'evento organizzato dall'IIS "Antonio Badoni" di Lecco sul tema della legalità costituzionale e del ruolo della Corte costituzionale in Italia.
L'incontro, diretto agli studenti del corso serale dell'IIS "Giuseppe Parini" ma aperto a tutta la cittadinanza, è stato introdotto dal prof. Piero Di Matteo - docente di diritto alla scuola lecchese - e dal dirigente scolastico Angelo De Battista, che hanno sottolineato l'importanza della Carta e della Corte costituzionale come punti fermi per la difesa dei diritti fondamentali.
L'incontro, diretto agli studenti del corso serale dell'IIS "Giuseppe Parini" ma aperto a tutta la cittadinanza, è stato introdotto dal prof. Piero Di Matteo - docente di diritto alla scuola lecchese - e dal dirigente scolastico Angelo De Battista, che hanno sottolineato l'importanza della Carta e della Corte costituzionale come punti fermi per la difesa dei diritti fondamentali.
Il dott. Aldo Carrato, il dirigente dell'IIS "A. Badoni" prof. Angelo De Battista e il prof. Piero Di Matteo
"Questi temi diventano portanti nell'educazione dei giovani, anche degli studenti delle scuole a indirizzo prevalentemente tecnico che si troveranno ad avere a che fare con la scienza e la tecnologia in un'epoca in cui il progresso ci consente di fare tutto o quasi. Diventano allora cogenti le domande riguardanti la bioetica e le biotecnologie in relazione ai diritti e alla libertà delle persone" ha spiegato il dirigente. Tema centrale della serata è stato l'evoluzione del concetto di famiglia a partire dalla sentenza della Corte sul caso del cosiddetto "matrimonio del transessuale". A relazionare, come già nell'incontro con gli studenti in mattinata, è intervenuto ancora una volta il dott. Aldo Carrato, magistrato con esperienza trentennale, consigliere della II Sezione civile della Corte di Cassazione e assistente di Studio della Corte costituzionale. Come ha spiegato, la Corte costituzionale ha svolto un ruolo decisivo nel campo dei diritti alla persona con riferimento alle formazioni sociali e alla famiglia, spingendo il legislatore ad arrivare alla tappa fondamentale dell'approvazione della legge n.76 sulle unioni civili del 2016.Il dott. Aldo Carrato e l'assessore all'istruzione del comune di Lecco Salvatore Rizzolino
"La Corte costituzionale non è un organo monolitico ma segue un iter progressivo parallelo all'evoluzione dei costumi sociali, come nel caso della possibilità di attribuire un doppio cognome (materno e paterno) al figlio, che vent'anni fa non sarebbe stato trattato" ha proseguito Carrato. "Nonostante in molti Stati europei come Francia e Spagna tra le persone omosessuali sia permesso il matrimonio vero e proprio, in Italia la sensibilità cattolica impedisce di approvare leggi pienamente laiche e si è arrivati al compromesso delle unioni civili, facendo un passo ulteriore per tutelare, oltre alle coppie omosessuali, anche le convivenze cosiddette "registrate". Grazie a questa sentenza della Corte costituzionale dunque il legislatore ha dovuto considerare la necessità di garantire una tutela anche alle unioni non incasellabili nel concetto più stretto di famiglia". Poste queste premesse a sottolineare il valore precursore dell'organo di garanzia costituzionale, il magistrato è passato ad illustrare un caso concreto che ha visto coinvolta la Corte. "Nel 2014 mi sono occupato, come assistente di studio, del caso di una coppia sposata in cui il marito si era sottoposto a un processo di cambiamento di sesso e si era poi rivolto all'ufficiale di stato civile per ottenere la rettifica di attribuzione da "maschile" a "femminile". I due avrebbero voluto rimanere sposati, ma la legge che regolamenta questa disciplina prevedeva che in questi casi il funzionario fosse obbligato - contestualmente alla rettifica - ad annotare lo scioglimento automatico del matrimonio, perché il nostro ordinamento non riconosce l'unione di una coppia composta da due persone dello stesso sesso. Il fatto paradossale è che se il marito non avesse chiesto la rettifica avrebbe potuto continuare a essere sposato con la moglie, che aveva condiviso questa sua scelta". I coniugi hanno allora intrapreso una battaglia di principio impugnando il decreto dell'ufficiale di stato civile, che in primo grado è stato annullato, mentre in appello è stato ripristinato. La Cassazione quindi ha sollevato la questione di legittimità coinvolgendo la Corte Costituzionale, che con la sentenza 170 del 2014 ha valorizzato appieno l'articolo 2 della Costituzione e ha affermato che, pur riconoscendo come la famiglia sia basata su un rapporto eterosessuale, il vissuto affettivo pregresso dei coniugi non poteva essere reso nullo da una mera ragione di Stato. La coppia avrebbe potuto così continuare a convivere in un regime di matrimonio "a termine" fino a quando non fosse stata approvata una nuova legge che riconoscesse questa forma di convivenza; la sentenza ha lanciato un monito al legislatore perché riconoscesse e tutelasse anche queste forme di relazione. All'entrata in vigore della legge sulle unioni civili, il rapporto della coppia si è convertito automaticamente in una di queste.Il dott. Aldo Carrato, il dirigente dell'IIS "A. Badoni" Angelo De Battista e il presidente della Provincia di Lecco Flavio Polano
La Corte costituzionale ha avuto un ruolo propulsivo in questo ambito, ma rimangono molti temi delicati di cui occuparsi, come quello dell'eutanasia, ha proseguito Carrato ricordando la vicenda Englaro. "In quel caso la Cassazione riconobbe sulla base della convenzione di Lisbona che esiste nel nostro ordinamento un potenziale diritto a non soffrire al di là dell'ordinaria tollerabilità e quindi a morire quando ogni forma di reviviscenza sia impossibile. Il Parlamento in quell'occasione promosse un conflitto di attribuzione ma la Corte costituzionale disse che il giudice ordinario di Cassazione non aveva violato le prerogative di legge ma anzi aveva colmato una lacuna legislativa interpretando i trattati internazionali. Tuttavia questa lacuna non è stata ancora colmata e siamo ancora in attesa di una legge su eutanasia e testamento biologico". Al convegno hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Lecco Flavio Polano, l'assessore lecchese Salvatore Rizzolino e il presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati; presenti in platea anche alcuni rappresentanti dell'associazione Renzo e Lucio, tra cui il presidente Mauro Pirovano che è intervenuto al termine della conferenza. "Si è detto che è giusto battersi per le proprie idee ma io penso sia altrettanto giusto farlo con i termini corretti. La "gestazione per altri" è stata definita "utero in affitto", che ha una connotazione di giudizio. L'assessore ha detto che il registro delle unioni civili ha permesso alle coppie di "uscire allo scoperto" come se cinquant'anni di lotte non fossero mai passati. Per riuscire a cambiare un po' è necessaria limpidezza anche nel linguaggio" ha commentato Pirovano, chiedendo lumi anche sulla laicità della Corte costituzionale. "Ho usato l'espressione di "utero in affitto" perché è entrata nel gergo, ai fini di una comprensione più immediata - ha risposto il dott. Carrato - ognuno è libero di vivere la propria dimensione intima come intende, ma è ovvio che ci si è scontrati con una cultura condizionata dal punto di vista religioso e ideologico, quindi il riconoscimento di nuove forme di relazione non è un problema giuridico ma di sensibilità morale. Non tutti hanno una visione chiusa e finalmente si è arrivati anche al riconoscimento legale di queste nuove unioni. Direi che rispetto a solo dieci anni fa in Italia sono stati fatti passi da gigante e nonostante non ci sia stata equiparazione dei diritti dal punto di vista della definizione, si è verificata dal punto di vista sostanziale; anzi si riscontra una disciplina addirittura migliore e più liberale perché ad esempio nelle unioni civili non c'è obbligo di fedeltà e nemmeno la fase intermedia della separazione che ancora sussistono per il matrimonio. La Corte costituzionale ha svolto e continua a svolgere un ruolo sostanziale nella tutela dei principi fondamentali e nel riconoscimento dei diritti per il popolo italiano che su alcune conquiste è un po' arretrato rispetto ad altri paesi moderni. Questo strumento di controllo costituisce un baluardo di ogni cittadino per arrivare all'affermazione vera e piena dei diritti inviolabili dell'uomo".
Elena Toni