Lecco: ''La voce negli occhi'' in città l'8 febbraio, il film su Salvatore Crisafulli ricordando Eluana

A 8 anni di distanza dalla morte di Eluana Englaro, avvenuta il 9 febbraio del 2009 presso la residenza sanitaria di Udine in cui era stata trasferita da Lecco, sarà proiettato in città il film "La voce negli occhi – tratto da una storia vera”. Il lungometraggio, diretto da Rosario Neri e presentato dall’associazione “Sicilia Risvegli onlus”, sarà trasmesso – con ingresso gratuito – presso il cine teatro Palladium alle ore 20.30 di mercoledì 8 febbraio, per raccontare la storia di Salvatore Crisafulli, simbolo delle battaglie del Movimento per la Vita italiano.

Da sinistra il regista Rosario Neri, la dottoressa Antonella Vian, Pietro Crisafulli e l'avvocato Desireè Sampognaro di Sicilia Risvegli onlus

Il film sarà in concorso al Festival di Cannes e il prossimo 15 febbraio sarà proiettato presso la Camera dei Deputati a Roma.
Coinvolto in un incidente stradale a Catania l’11 settembre del 2003, all’età di 38 anni, Salvatore ricevette l’infausta diagnosi di stato vegetativo permanente post-traumatico. Una “sentenza” a cui la sua famiglia – in primis il fratello Pietro, che nel film interpreta se stesso – non si è mai rassegnata, cercando in ogni modo di essergli vicino e di trovare le cure migliori e più innovative (anche all’estero, trasportandolo a bordo di un camper attrezzato da una clinica all’altra).
Accolto a casa del fratello, ad un anno di distanza dall’incidente Salvatore è tornato a comunicare con il mondo esterno, dimostrando ciò che per i suoi cari era una ferma convinzione: era intrappolato in un corpo inerte, ma ha sempre potuto comprendere ciò che gli accadeva intorno.

La locandina del film

“Ho conosciuto Pietro anni fa e in occasione della ricorrenza della scomparsa di Eluana ho voluto organizzare la proiezione del film qui a Lecco” ha spiegato la dottoressa Antonella Vian, medico della clinica Talamoni all’epoca in cui ospitò la giovane e attivista contro l’eutanasia e il testamento biologico. “Sarò presente alla proiezione e parlerò di lei, presentando una storia vera che racconta quanto una vita come la sua e quella di Salvatore valga la pena di essere vissuta”.
Dopo una comune esperienza in un collegio siciliano che ha ulteriormente rinsaldato il loro rapporto, le strade dei due fratelli si sono divise: Salvatore è rimasto in Sicilia costruendosi una famiglia, Pietro si è stabilito in Toscana. Dopo l’incidente (travolto da un furgone mentre accompagnava il figlio a scuola) quest’ultimo si è preso cura di lui prima nella terra natia, per poi trasportarlo a bordo di un camper in tutto il Paese e oltre i suoi confini, per dargli la possibilità di avere un futuro. “Dicevo ai medici che mio fratello capiva cosa gli accadeva intorno, che piangeva quando gli ricordavo degli anni felici da bambini. Ma parlavano di un riflesso incondizionato” ha spiegato Pietro, raccontando il difficile compito di interpretare se stesso nel film e rivivere tanti momenti ricchi di emozioni nei luoghi in cui sono realmente accaduti.

Il regista e il fratello di Salvatore Crisafulli

“Ho iniziato a documentarmi personalmente sulle condizioni di Salvatore, ma non solo. Sono venuto a conoscenza della condizione di Terri Schiavo e grazie alla visibilità offerta dai media italiani l’opinione pubblica ha conosciuto il caso di mio fratello”.
Da quel momento le cose sono cambiate e la diagnosi per Salvatore è diventata quella della “sindrome di locked-in”: una condizione in cui la mente è attiva ma intrappolata in un corpo inerte.
“Dopo tre mesi di cure in una struttura è tornato a casa con me e mia madre: comunicava con il mondo esterno e grazie all’ausilio di appositi supporti informatici ha scritto addirittura un libro. Lui non voleva morire, lo ha scritto  chiaramente in testamento che ci ha lasciato. La vita vale la pena di essere vissuta” ha concluso Pietro.
Sicilia Risvegli onlus ha come obiettivo la costruzione di un centro destinato a persone come Salvatore, che possa aiutare le tante famiglie alle prese con patologie che alterano la coscienza e le capacità comunicative. “256 sono solo in quella Regione, in tutta Italia esistono 1600 casi” ha spiegato Pietro.
Come ha affermato il regista del film, Rosario Neri, tutti gli attori (tra cui figura anche un medico nei panni di se stesso) hanno contribuito alla riuscita del lungometraggio recitando a titolo gratuito. “Carmelo De Luca, che interpreta Salvatore, non aveva mai preso parte a un film ma l’ho scelto senza esitazione. Altri sono professionisti e tutti parlano in dialetto siciliano. Una scelta diversa non avrebbe reso giustizia ai personaggi” ha spiegato Neri.
“Questo film lo ha voluto anche Salvatore. Lo abbiamo fatto perché quello che è successo a lui non accada più. Siamo andati contro la scienza medica, contro le affermazioni dei dottori che dicevano che non si sarebbe mai potuto svegliare. Lo davano per morto, ha dimostrato invece che la sua vita valeva la pena di essere vissuta” ha concluso Pietro Crisafulli, che aveva conosciuto il padre di Eluana, Beppino Englaro, durante una visita a Lecco. “Abbiamo fatto scelte molto diverse, ognuno ha seguito la propria strada”.
Il film che racconta la storia di Salvatore Crisafulli sarà proiettato a Lecco nella serata di mercoledì 8 febbraio.
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