I Promessi Sposi 'in onda' su Raiplay, 50 anni fecere 15 milioni di spettatori

Cinquant’anni or sono, a metà gennaio 1967, erano già andate in onda le prime tre puntate del grande sceneggiato Rai TV “I Promessi Sposi”, tratto dal grande romanzo di Alessandro Manzoni, con la regia di Sandro Bolchi e la sceneggiatura dovuta al famoso scrittore Riccardo Bacchelli. Si avvertiva già un’ondata di popolarità per il territorio lecchese, anche se lo stesso, secondo il giudizio di diversi cittadini, non era debitamente segnalato per quanto riguarda il ramo del Lario che volge a mezzogiorno, il corso del fiume Adda, a Pescarenico, una panoramica del caratteristico Monte Resegone. La Rai TV inviò a Lecco una troupe della nota trasmissione culturale “L’approdo”, proprio per verificare il parere dei lecchesi intorno ai Promessi Sposi, che stavano, intanto, raggiungendo una cifra record d’ascolto per quei tempi, con quindici milioni di spettatori la domenica sera. “L’approdo” era un programma televisivo che si presentava anche con il sottotitolo “Settimanale di lettere e di arti”. La rubrica culturale, della durata di un’ora e mezzo, andava in onda il martedì sera ed aveva fra i presentatori Giancarlo Sbragia, che nei Promessi Sposi della TV era la voce fuori campo del narratore.

    La Rai ha ora dato la possibilità a tutti di rivedere su Internet o sul telefonino il grande sceneggiato manzoniano, cliccando al seguente link: http://www.raiplay.it/programmi/ipromessisposi . La trasmissione dei Promessi Sposi si apre con l’intervento di Riccardo Bacchelli effettuato la sera di Capodanno 1967 e poi con la presentazione del narratore.
    La troupe della Rai TV arrivò a Lecco con il noto Pier Paolo Ruggerini, giunto da Roma proprio per ascoltare il parere dei lecchesi sul romanzo nella versione televisiva. Venne trasformato in studio, con cineprese e riflettori, la saletta del Bar Brio di Piazza Manzoni, ritrovo elegante degli anni Sessanta, con la novità di una tavola calda affidata alla professionalità del popolare barman Corrado Poletti. Numerosi furono i lecchesi intervistati, fra i quali l’allora commissario capo di Pubblica Sicurezza, il dott. Francesco Giordano, che ha recentemente festeggiato i novant’anni. Vennero intervistati giovani del Seminario Manzoniano d’Arte Scenica e fra loro il veterano Angelo Corno, singolare con i suoi lunghi baffi, che aveva interpretato anche la parte del Griso, comandante dei Bravi, in una rievocazione del romanzo. Il ruolo di Renzo e Lucia tra gli intervistati era stato affidato ad Enrica Radaelli e Felice Aldeghi, coppia dei Promessi Sposi nell’ultimo corteo manzoniano 1965.

La troupe della RAI TV con Pier Paolo Ruggerini, mentre registra interviste al Bar Brio

Angelo Corno, con i lunghi baffi, il Griso, comandante dei Bravi

    Quale era il commento dei lecchesi? Bisognava dare più spazio ai panorami manzoniani della città e del territorio; era, comunque, quest’ultima, un’osservazione già ben nota, che il regista Sandro Bolchi aveva giustificato nell’estate 1966 con le prime riprese esterne: il tratto del fiume Adda dalle case dei pescatori di piazza Era sino alla zona dell’Addio Monti aveva subito una notevole urbanizzazione, che non consentiva riprese ambientate nel Seicento.
    Ritornò la dibattuta questione barca con gli archi o senza archi; avrebbe dovuto essere senza archi, come sono i “batei” dei barcaioli e dei pescatori di Pescarenico. Anche l’Addio Monti sarebbe stato possibile realizzarlo, per alcuni, nel tratto fluviale dell’Adda, non lontano dalla località indicata dalla tradizione intorno al romanzo, ovvero dalla sponda di via Corti, in Pescarenico, all’antistante riva lungo l’allora statale 36 verso Milano, nelle vicinanze del casale rurale che si trova ancora oggi al lembo dell’acqua, e che era località di cambio quadrupedi per la diligenza postale sulle linea Lecco-Milano.

I giovani del civico seminario d’arte scenica

Riccardo Bacchelli al Teatro della società per il centenario manzoniano;
sono riconoscibili anche il prof. Claudio Cesare Secchi ed il sindaco Guido Puccio

    Per quanto riguarda Riccardo Bacchelli, chiamato a Lecco a concludere nel 1973, presso il Teatro della Società, il congresso manzoniano del centenario della scomparsa di Alessandro Manzoni, ebbe modo di richiamare il grande sceneggiato della RAI TV e disse che a scuola o nella vita non c’è forse italiano che non abbia letto od ascoltato il commosso saluto di Lucia Mondella “Addio monti, sorgenti dalle acque ……”.
A.B.
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