Lecco: per 15 giovani valmadreresi il 2017 è iniziato con i senzatetto del rifugio Caritas

Il 2017 è iniziato in modo del tutto inusuale per quindici ragazzi - tutti tra i 18 e i 25 anni - che, animati da spirito di servizio e condivisione, hanno accettato la proposta di don Tommaso Nava: entrare nel nuovo anno concretizzando l'esperienza vissuta alla Giornata mondiale della Gioventù di Cracovia, con un gesto di Misericordia palpabile e in grado di caricare di significato profondo un momento che per molti è mera festa, divertimento effimero. Accompagnati anche da due seminaristi - un ragazzo indiano del PIME attualmente destinato alla loro parrocchia e Lorenzo Valsecchi di Civate - i giovani valmadreresi, ai quali si è aggiunta, tramite l'intermediazione di una amica, anche una ragazza dell'oratorio dei Frati di viale Turati entusiasta dell'iniziativa, hanno trascorso il Capodanno presso il rifugio per senzatetto della Caritas, a Lecco.

"Sono stati io ha proporre loro questa cosa" ha spiegato don Tommaso. "Mi sembrava un momento buono per fare una scelta coraggiosa. I poveri si possono aiutare sempre e anche nel corso dell'anno, con il gruppo giovani, lo facciamo. Ma scegliere di farlo a Capodanno, trascorrendo la serata con chi non ha una casa, mi sembrava un modo simbolico per dire "rinuncio ad un momento di festa fine a se stessa per condividere qualcosa con persone che altrimenti sarebbero sole. Abbiamo così preparato la cena, con l'aiuto di alcune mamme dell'oratorio alle quali devo dire grazie per la loro generosità. Alle 20 l'abbiamo portata in tavola (di solito al rifugio la sera non è previsto il pasto). Magiare insieme si è trasformato in un momento per parlare con gli ospiti della struttura, conoscere le loro storie.

Poi abbiamo cantato e ballato, con il karaoke portato apposta. Tra una canzone e l'altra, i senzatetto hanno preso il microfono a turno per augurare a modo loro buon anno: è stato emozionante, i messaggi espressi sono stati molto profondi. Hanno chiesto che le persone, in generale, siano più aperte e solidali. I ragazzi africani hanno ringraziato proprio per l'accoglienza ricevuta. La stessa responsabile del rifugio si è commossa: gli ospiti si sono sentiti partecipi di un progetto. Ci è stato chiesto - e adesso vedremo se sarà possibile realizzare anche questo - se una volta al mese siamo disponibili a tornare, per altre serate di questo tipo, all'insegna dell'amicizia e della condivisione. Ho visto che i miei giovani coinvolti: quando dopo la una siamo tornati a Valmadrera e abbiamo trovato gli altri che, con i più piccoli, hanno trascorso il Capodanno in oratorio, hanno raccontato loro l'esperienza vissuta. Credo sia un qualcosa che resta".

La dimostrazione di come, anche i ventenni di oggi non pensino solo a loro stessi ma sappiamo anche dare, con tutto il loro carico di contagiosa allegria.
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