Lecco perduta/34: al Piscen si giocavano i tornei di bocce

La premiazione del trofeo Carlottina di bocce, presso il Piscen di Pescarenico
Il lungo tracciato di via Antonio Ghislanzoni, da viale Dante sino alla piazza Padre Cristoforo, presentava al gomito in quartiere Pescarenico, la trattoria del Piscen. Ora è rimasta la denominazione della contrada che è stata più volte vittoriosa al Palio di Pescarenico, con la caratteristica Regata dei Batei, sulle acque dell’Adda.
    Il Piscen di via Ghislanzoni è stato per oltre trent’anni ritrovo di tanta gente del quartiere, allora più densamente popolato. Era della famiglia Montanelli, di Oggiono, con il cav. Luigi Montanelli, un “ragazzo del ‘99”, e la consorte Gerolama Valnegri, nativa di Ravellino, in Colle Brianza. Era una famiglia numerosa e patriarcale, quella di Montanelli, con ben otto figli; una famiglia come nella Brianza dei tempi passati, la Brianza dei Firlinfeu, dei suonatori di canne, che si esibivano anche al Piscen. Il locale era un punto di ritrovo per giovani e per anziani, richiamati anche dalla cucina genuina, che riempiva i tavoli alla sirena del mezzogiorno, quando la realtà occupazionale era viva nella zona, dalla vicina Comi Stufe sino al Caleotto Arlenico.
Tante volte, il suono delle canne, le note popolari della Bella Gigogin, si mescolano ad interminabili discussioni sulle bocce e sul calcio. Quest’ultimo era di casa non solo per la presenza di Michele Montanelli, super tifoso bluceleste, nonché genuina penna nera, ma per i giocatori del Lecco scapoli che abitavano in un vicino edificio di via Ghislanzoni. Erano gli anni migliori del Lecco in serie A ed in serie B. La trattoria presentava poi un pergolato con “viali” di bocce che nelle sere d’estate erano sempre animati e sembravano correre verso l’infinito, sotto un cielo luccicante di stelle.
Oggi tutto è cambiato, dove c’era la vecchia trattoria, con una classica della stagione bocciofila: un gara regionale a coppie, per la disputa del gran premio Trofeo Carlottina.
A.B.
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