Erve: si è spento a 82 anni Piero Valsecchi, era il custode di Nesolio e delle tradizioni
Lutto ad Erve per la scomparsa di Piero Valsecchi. Avrebbe compiuto 83 anni ad ottobre. Era un personaggio amatissimo in paese, vero e proprio custode e “memoria storica” delle tradizioni e della vita di un tempo.
A lungo è stato infatti l’unico residente nell’antico nucleo rurale di Nesolio, dove era nato nel 1933: i suoi passi risuonavano tra le vecchie case in pietra semi-abbandonate, la sua presenza era come un filo che univa il passato con il presente. Ha avuto un ruolo fondamentale nel mantenere viva e tramandare la conoscenza delle abitudini e delle pratiche tradizionali dei contadini della Val San Martino.
Andava nei boschi a raccoglierle e le poneva nell’essiccatoio, girandole e rigirandole per 3 settimane. Solo allora poteva procedere con la cosiddetta battitura per togliere il guscio e conservarle per tutto l’inverno, pronte per essere consumate sotto forma di farina o – come si faceva un tempo – inzuppate nel latte.
Una pratica antica e immutabile che ha ripetuto anno dopo anno, con meticolosità e pazienza, spiegandone e raccontandone i procedimenti a chi voleva saperne di più, affinché non andasse perduta.
Oggi a Erve lo piangono in tanti: i famigliari ma anche tutti gli abitanti del paese che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Dai suoi occhi, nelle sue parole emergeva l’amore per Nesolio, la sua “casa” dove era nato il 9 ottobre del 1933 in una famiglia numerosa, come lo erano tante un tempo.
Fino ai 20 anni ha fatto la vita del “paesano”, curando mucche e animali. Allora nel piccolo borgo vivevano circa 150 persone e Piero ha assistito al suo completo spopolamento.
Da qualche tempo – vista l’età – non risiedeva più lì (dove oggi, nel frattempo, si sono stabiliti Stella e Roberto) ma fino all’ultimo non ha smesso di salire e scendere praticamente ogni giorno da Erve al “suo” paesino di cui conosceva ogni angolo, ogni pietra, ogni segreto.
L’amministrazione comunale e la Pro Erve hanno annunciato con dispiacere la perdita di “un collaboratore d’eccezione e insostituibile per la sua disponibilità e attiva presenza nei vari eventi organizzati nel corso di questi anni. Ricordiamo tutte le sagre svoltesi in paese dove la sua figura e’ sempre stata determinante per dare importanza a quei valori che la tradizione ci ha tramandato e a cui lui teneva molto, di cui era fiero e che trasferiva alle nuove generazioni”.
Il Sindaco Giancarlo Valsecchi e il presidente Fabio Valsecchi hanno commentato: “non tralasciava neanche di seguirci in uscite fuori parse , nelle varie dimostrazioni e fiere a cui eravamo invitati, nelle scuole dove era chiamato a parlare ai ragazzi e spiegare i modi di vivere di una volta, che lui tutt’ora manteneva inalterati. Un grazie va a Piero per tutto quello che ha fatto e che ha significato per noi, e non e’ sufficiente. Facendo tesoro del suo spirito attivo, nonostante fosse di un’altra generazione, ci dobbiamo impegnare a mantenere vive le nostre tradizioni, per le generazioni future. Questa sarebbe la cosa che lo avrebbe reso felice. Non dimenticheremo mai una sua frase detta molti anni fa: “ragazzi, dobbiamo sempre fare qualcosa per il paese , altrimenti muore”. Con lui scompare anche un prezioso testimone della storia di Nesolio, una persona semplice ma con una grande umanità, un esempio per tutti noi. Non mangeremo più le sue caldarroste e la sua polenta, ma ci ricorderemo sempre di lui”.
Con Piero se ne va una pagina della storia di Erve. Una pagina scritta con la fatica, la costanza e la caparbietà del lavoro manuale.
Non aveva figli. I funerali si svolgeranno martedì pomeriggio alle ore 15.00 nella chiesa del paese.
A lungo è stato infatti l’unico residente nell’antico nucleo rurale di Nesolio, dove era nato nel 1933: i suoi passi risuonavano tra le vecchie case in pietra semi-abbandonate, la sua presenza era come un filo che univa il passato con il presente. Ha avuto un ruolo fondamentale nel mantenere viva e tramandare la conoscenza delle abitudini e delle pratiche tradizionali dei contadini della Val San Martino.
Piero Valsecchi
Era un vero maestro - ad esempio - del rito della battitura delle castagne: un procedimento antico, che per secoli ha scandito la vita degli abitanti della valle e che con Piero è stato trasmesso anche alle nuove generazioni.Andava nei boschi a raccoglierle e le poneva nell’essiccatoio, girandole e rigirandole per 3 settimane. Solo allora poteva procedere con la cosiddetta battitura per togliere il guscio e conservarle per tutto l’inverno, pronte per essere consumate sotto forma di farina o – come si faceva un tempo – inzuppate nel latte.
Una pratica antica e immutabile che ha ripetuto anno dopo anno, con meticolosità e pazienza, spiegandone e raccontandone i procedimenti a chi voleva saperne di più, affinché non andasse perduta.
Oggi a Erve lo piangono in tanti: i famigliari ma anche tutti gli abitanti del paese che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Dai suoi occhi, nelle sue parole emergeva l’amore per Nesolio, la sua “casa” dove era nato il 9 ottobre del 1933 in una famiglia numerosa, come lo erano tante un tempo.
Fino ai 20 anni ha fatto la vita del “paesano”, curando mucche e animali. Allora nel piccolo borgo vivevano circa 150 persone e Piero ha assistito al suo completo spopolamento.
La targa consegnata in occasione degli 80 anni
Per tanti anni ha fatto il muratore, anche a Milano, per poi tornare a vivere a Nesolio quando è arrivato il momento della pensione, curando bestie e animali: a lungo ne è stato il custode, e l’unico abitante.Da qualche tempo – vista l’età – non risiedeva più lì (dove oggi, nel frattempo, si sono stabiliti Stella e Roberto) ma fino all’ultimo non ha smesso di salire e scendere praticamente ogni giorno da Erve al “suo” paesino di cui conosceva ogni angolo, ogni pietra, ogni segreto.
L’amministrazione comunale e la Pro Erve hanno annunciato con dispiacere la perdita di “un collaboratore d’eccezione e insostituibile per la sua disponibilità e attiva presenza nei vari eventi organizzati nel corso di questi anni. Ricordiamo tutte le sagre svoltesi in paese dove la sua figura e’ sempre stata determinante per dare importanza a quei valori che la tradizione ci ha tramandato e a cui lui teneva molto, di cui era fiero e che trasferiva alle nuove generazioni”.
Il Sindaco Giancarlo Valsecchi e il presidente Fabio Valsecchi hanno commentato: “non tralasciava neanche di seguirci in uscite fuori parse , nelle varie dimostrazioni e fiere a cui eravamo invitati, nelle scuole dove era chiamato a parlare ai ragazzi e spiegare i modi di vivere di una volta, che lui tutt’ora manteneva inalterati. Un grazie va a Piero per tutto quello che ha fatto e che ha significato per noi, e non e’ sufficiente. Facendo tesoro del suo spirito attivo, nonostante fosse di un’altra generazione, ci dobbiamo impegnare a mantenere vive le nostre tradizioni, per le generazioni future. Questa sarebbe la cosa che lo avrebbe reso felice. Non dimenticheremo mai una sua frase detta molti anni fa: “ragazzi, dobbiamo sempre fare qualcosa per il paese , altrimenti muore”. Con lui scompare anche un prezioso testimone della storia di Nesolio, una persona semplice ma con una grande umanità, un esempio per tutti noi. Non mangeremo più le sue caldarroste e la sua polenta, ma ci ricorderemo sempre di lui”.
Con Piero se ne va una pagina della storia di Erve. Una pagina scritta con la fatica, la costanza e la caparbietà del lavoro manuale.
Non aveva figli. I funerali si svolgeranno martedì pomeriggio alle ore 15.00 nella chiesa del paese.
P.V.