Lecco perduta/11: 'al vecchio Bersaglio', in quartiere Santo Stefano

Il vecchio bersaglio, in zona Santo Stefano, negli anni ‘60 del Novecento, quando cessò l’attività
I lecchesi non dicono più "al Bersaglio", anche se una via con tale denominazione è rimasta in zona viale Turati. Sull'area del vecchio e cancellato bersaglio corre oggi via Alcide De Gasperi e sorge il complesso scolastico Santo Stefano.
Lecco aveva nel 1876 un'attiva società di alpinisti-tiratori; furono loro a promuovere il "Tiro provinciale", che portò cittadini abili nel "tiro del fucile e della carabina". Arrivarono da Milano a Sondrio, da Verona a Lugano, da Chiavenna a Bellagio. Nelle cerimonie che accompagnavano i tiri i partecipanti rivolgevano "un grande saluto alla patriottica città di Lecco, prodiga di aiuto, ospitalità e cortesie ai tiratori convenuti". Giuseppe Garibaldi, il 12 ottobre 1876 ricambiava un saluto inviato con telegramma "agli svizzeri ed agli italiani del tiro di Lecco".
L'elenco dei premi messi in palio dalla cittadinanza per le gare, vedeva anche 1500 cariche di fucile da parte di Giulio Fiocchi. Nel 1883 venne costituita ufficialmente la Società del Tiro a Segno. Il campo sorse non lontano della località Galandra, in zona molto periferica, al margine della strada da Lecco e Colico, con il tracciato verso il poggio di Santo Stefano.
I muraglioni, i terrapieni del bersaglio sono rimasti sino al 1960 circa, anche se il poligono di tiro era sempre meno usato. Nel dopoguerra 1945 venne affiancato dal campo di calcio della Juvenilia. La chiesa dei Cappuccini, sorta negli anni '50 del Novecento, ha ulteriormente mutilato e poi cancellato il poligono di tiro. I reduci risorgimentali ancora nella seconda metà dell'Ottocento avevano sostenuto il progetto di costruzione ricordando i richiami di Garibaldi "esercitate l'occhio ed il braccio per la Patria".
La Società del Tiro a Segno raggiunse oltre 300 soci. I richiami garibaldini e patriottici avevano anche contribuito nel 1876 affinchè un giovane di nome Giulio Fiocchi, con il fratello Giacomo, avviasse nel territorio lecchese una moderna fabbrica di cartucce, tuttora presente con numerosa e qualificata mano d'opera e con un mercato a livello internazionale.
A.B.
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