Lecco perduta/9: il S. Martino e l'antica strada di Via Stelvio

E’ scomparso alle prime falde del Monte San Martino un tratto della vecchia via Stelvio, il tracciato della strada militare, poi nazionale, verso Sondrio. Il gigantesco vallo paramassi realizzato dopo la tragica frana del febbraio 1969 ha cambiato il paesaggio di una tranquilla zona della periferie lecchese, presso il poggio di Santo Stefano.
Era una zona di verde e di passeggiate, sino alla demolita Trattoria della Cava, sul valico di Santo Stefano, dove l’arteria su un lato scendeva verso il lago e sull’altro si allungava verso il centro di Lecco.

La vecchia strada al valico del poggio di Santo Stefano, continuava sul rettilineo
che ora è cancellato dal vallo paramassi e coperto da fitta vegetazione

Sono scomparse le Case Verdi e la Casa Rossa, solitarie e soleggiate, che prendevano la denominazione dalla tinteggiatura con tali colori. Le frane dal San Martino si verificarono, per la prima volta, in modo consistente il 22 ottobre 1922, con danni al patrimonio boschivo. Vi fu poi il duplice movimento del 1929, il 22 ed il 25 ottobre. Le prime vittime si ebbero il 9 gennaio 1931, alle ore 11.15, quando dal pendio sotto la Cappelletta Bianca si staccò un gigantesco blocco che precipitò sulle Case Verdi, provocando due vittime.
“Il sordo boato della frana – scrisse un quotidiano – fu udito da parecchi. Tosto fu accorrere, mentre dai telefoni esistenti da Santo Stefano alla Galandra veniva richiesto il pronto intervento. Giunsero Pompieri, Croce Rossa, Carabinieri, Milizia, Vigili Urbani ed anche gli Alpini della caserma Sirtori”.
E’ stata immensa la frana nella notte del 22-23 febbraio 1969, sventrando le abitazioni di via Stelvio (Casa del Sole) e provocando sette morti. E’ stata la drammatica frana che rese inabitabile la zona e cancellò, con il vallo, la vecchia strada militare. La frana del 1931, aveva posto in evidenza come fosse necessario congiungere sul lungo lago lecchese la strada costiera, che non andava oltre alla località Brick, alla Nazionale dello Stelvio, che a Pradello scendeva da Santo Stefano. Si ritenne pericoloso far passare una strada di grande collegamento sotto il San Martino sempre più “capriccioso”. Così venne realizzato il prolungamento del lungolago, sbrecciando il sasso delle Caviate.
A.B.
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