Piani dei Resinelli: presentato il nuovo allestimento della Casa museo Villa Gerosa, un'esperienza virtuale attraverso la quale immergersi nel territorio
Non c'è stato alcun taglio del nastro: non si è trattato infatti di una vera e propria inaugurazione quanto piuttosto di una riapertura. Ma il nuovo vestito è assai diverso dal precedente. Una mise ad affetto. Un qualcosa che probabilmente non ti aspetti di trovare ai Piani dei Resinelli. Carlo Greppi, presidente della Comunità Montana Lario Orientale - Val San Martino, ha quest'oggi accolto autorità e cittadini, illustrando loro - supportato dal progettista Davide Corti e da quanti hanno curato i contenuti - il nuovo allestimento della casa museo Villa Gerosa, piccola struttura su due piani, ospitata all'interno del Parco Valentino, acquistata nel 2004 dall'ente sovracomunale e tenuta aperta dalle guardie ecologiche fino al 2014, per poi essere interessata da un'importante intervento di riqualificazione degli interni, in sintonia con lo studio - a livello globale - commissionato al tempo da Gianni Codega per un fattivo rilancio dei Resinelli, partendo proprio dalle proprietà pubbliche.
Non si pensi dunque di entrare in uno "noioso" spazio espositivo con teche con fossili, cimeli e pannelli esplicativi da leggere. A farla da padrone sono le immagini, molte delle quali, bellissime, messe a disposizione da Mauro Lanfranchi, proiettate su grandi schermi e per certi versi la capacità di lasciarsi coinvolgere, il contatto empatico con il territorio (a cui è dedicato il pian terreno) e la natura (al primo piano). "Chiediamo al visitare di compiere un tuffo" ha sostenuto l'architetto.
Varcato l'uscio, dopo un primo ambiente d'accoglienza, si accede alle prime due sale. La più ampia, curata da Pietro Corti, è caratterizzata da una grande pedana sormontata da un modello in scala del territorio delle Grigne e dei Resinelli, una videoproiezione anima questa rappresentazione tridimensionale accompagnata da un filmato didascalico. Qui vengono svelati i principali sentieri, i rifugi, le falesie, i percorsi per sci alpinismo e quelli per mountain bike. Nella sala accanto due vetrine ospitano rispettivamente un antico modello in scala recante la stratigrafia geologica del territorio e un tavolo interattivo, una vera e propria miniera di informazioni selezionate da Alberto Benini, sfogliabile a piacimento dal visitatore che potrà così curiosare ed analizzare più di un centinaio di documenti dal passato sulla storia dell'alpinismo nostrano.
Carlo Greppi, Pietro Corti, Gabriele Rinaldi e Pierfranco Arrigoni
Non si pensi dunque di entrare in uno "noioso" spazio espositivo con teche con fossili, cimeli e pannelli esplicativi da leggere. A farla da padrone sono le immagini, molte delle quali, bellissime, messe a disposizione da Mauro Lanfranchi, proiettate su grandi schermi e per certi versi la capacità di lasciarsi coinvolgere, il contatto empatico con il territorio (a cui è dedicato il pian terreno) e la natura (al primo piano). "Chiediamo al visitare di compiere un tuffo" ha sostenuto l'architetto.
Varcato l'uscio, dopo un primo ambiente d'accoglienza, si accede alle prime due sale. La più ampia, curata da Pietro Corti, è caratterizzata da una grande pedana sormontata da un modello in scala del territorio delle Grigne e dei Resinelli, una videoproiezione anima questa rappresentazione tridimensionale accompagnata da un filmato didascalico. Qui vengono svelati i principali sentieri, i rifugi, le falesie, i percorsi per sci alpinismo e quelli per mountain bike. Nella sala accanto due vetrine ospitano rispettivamente un antico modello in scala recante la stratigrafia geologica del territorio e un tavolo interattivo, una vera e propria miniera di informazioni selezionate da Alberto Benini, sfogliabile a piacimento dal visitatore che potrà così curiosare ed analizzare più di un centinaio di documenti dal passato sulla storia dell'alpinismo nostrano.
Il presidente Greppi con l'architetto Davide Corti
A.M.