Lecco: a vent'anni dalla tragica scomparsa Mazzoleni rivive nelle parole dei suoi amici

Immagini, racconti e tanti ricordi in una serata intensa e ricca di emozioni. È quanto proposto ieri al Cenacolo Francescano di Lecco in occasione dell'evento commemorativo organizzato dalle associazioni "Amici di Lorenzo" , Namaste e dal Cai Lecco per ricordare Lorenzo Mazzoleni, alpinista lecchese morto nel 1996 all'età di 29 anni dopo aver conquistato la vetta del K2.
Una perdita che vent'anni fa scosse la città di Lecco, così come l'intero mondo dell'alpinismo. Sì, perchè Lorenzo non era forte solo sulle pareti verticali, ma era forte anche nella vita. Dopo tutti questi anni il suo ricordo resta ancora indelebile nella
memoria dei tanti che lo hanno conosciuto e ancora oggi lo portano nel cuore, e la numerosa partecipazione alla serata non fa che confermarlo.

Anna Masciadri e Marco Magistretti

Lorenzo Mazzoleni

A guidare gli spettatori in quello che è stato un vero e proprio viaggio nel mondo di Lorenzo sono stati Marco Magistretti e Anna Masciadri, che fra un video e l'altro, hanno chiamato sul palco diversi ospiti con le loro testimonianze. Tra questi anche due personaggi sportivi di livello internazionale che hanno vissuto insieme a Lorenzo tante esperienze di vita: Antonio Rossi e Simone Moro.
Il primo è stato l'amico di infanzia con cui Lorenzo è cresciuto e insieme si è avvicinato all'alpinismo giovanile del Cai: "Lorenzo era una persona che vedevo poco, ma a cui ero veramente molto legato perchè siamo cresciuti insieme all'oratorio" ha raccontato Rossi, prima di tornare a quel luglio del 1996, tanto fortunato per lui quanto sfortunato per Lorenzo: "Ricordo ancora come fosse ieri il giorno in cui ho saputo della sua morte. Ero in aeroporto di ritorno dalle olimpiadi di Atlanta - vincitore di due ori - e ricordo che mi crollò il mondo. Ho fatto tutto il viaggio piangendo. Mi sentivo in torto a festeggiare per le mie medaglie... È bello che siano venuti in tanti oggi a ricordare un amico, significa che il ricordo di quello che era e che ha fatto è ancora vivo in ognuno di noi".

Antonio Rossi

Simone Moro 

Altro personaggio importante, che con Lorenzo ha condiviso una forte amicizia ma anche la passione dell'alpinismo, è stato Simone Moro, oggi unico alpinisita della storia ad aver salito in prima invernale quattro ottomila.
"Voglio essere propositivo e non solo commemorativo. Questo perchè ricordare e commemorare Lorenzo viene facile a tutti, essendo lui una persona splendida, piena di vita e ben voluta da tutti. L'obiettivo che mi sono proposto è quello di farmi carico di ciò che Lorenzo faceva, ossia di portare avanti un alpinismo semplice" ha spiegato, ricordando l'amico.

Una foto che ritrae Simone Moro insieme a Lorenzo Mazzoleni

Peppino Ciresa

La loro prima esperienza insieme è quella della spedizione del 1992 sull'Everest: qui dei due solo Lorenzo, che aveva già alle spalle un ottomila prima di allora (il Cho Oyu nel 1986), raggiunse la vetta. Simone fu invece costretto a tornare indietro per un edema polmonare. "Quella fu una sconfitta per me, ma anche una lezione di vita. Lì iniziò anche l'amicizia con Lorenzo" ha raccontato Simone, che dei 4 anni passati insieme ha ricordato tanti aneddoti, anche divertenti. Come quello della spedizione invernale del '93 sull'Aconcagua, che li vide bloccati per cinque giorni e cinque notti in balia del maltempo: "era la mia seconda spedizione di sempre e anche quella che mi ha fatto capire quale tipo di alpinismo avrei continuato a fare. È stata veramente tosta, abbiamo pensato di non farcela, tanto da girare un video "epitaffio". Poi ci siamo detti: <<visto che siamo già morti, proviamo a scendere>>. E così con un po' di fortuna siamo riusciti a tornare. Ci aspettavamo di trovare i soccorsi al nostro arrivo, ma al posto loro trovammo il nostro terzo compagno, che aveva rinunciato alla salita una volta sul posto, mentre ballava a una festa nel nostro albergo. Lorenzo non disse nulla, e iniziò subito a ballare. Aveva il grande pregio di non dare troppa enfasi alle cose". Tra i racconti di Simone c'è anche quello della notizia della morte di Lorenzo : "stavo preparando la spedizione al Shisha Pangma quando successe il tutto. Subito dopo la perdita di Lorenzo ho conosciuto Anatoli Boukreev, che divenne subito un grande amico e compagno di spedizioni. Di lì a poco persi anche lui, colpito da una valanga mentre tentavamo la salita sul Shisha Pangma. Furono due perdite importanti in poco tempo, ma capii che l'unico modo per reagire alla morte era continuare a vivere".

Mariassunta Lenotti (Associazione Amici di Lorenzo)

Giuseppe Camorani (Associazione Namastè)

Dopo la testimonianza di Simone Moro, ricca di aneddoti divertenti ma anche emozionanti, a portare il suo ricordo di Lorenzo è stato Peppino Ciresa, oggi presidente di Confcommercio e allora presidente del CAI Lecco: "Ricordo bene quella settimana del luglio del '96. Ci eravamo riuniti in sala consiliare aspettando con gioia la notizia dell'arrivo sulla cima del K2, ma subito dopo ci venne annunciato che Lorenzo non era rientrato al campo 3. Qualche giorno dopo invece ci fu la vittoria delle medaglie di Antonio Rossi. Fu un'alternanza di momenti drammatici e gioiosi".

Alberto Pirovano (CAI Lecco) e Vincenzo Torti (Presidente nazionale CAI)

Simone Moro insieme a Dina (madre di Lorenzo), Laura e Maria Pia (sorelle di Lorenzo)

Nonostante fisicamente non sia più tra noi, oggi Lorenzo continua a vivere nel ricordo dei molti che lo hanno conosciuto, ma anche di tutti gli altri, grazie a due associazioni che da anni portano avanti progetti di assistenza alle popolazioni nepalesi nel suo nome. Si tratta delle associazioni "Amici di Lorenzo" e "Namastè" che, come hanno spiegato i rispettivi presidenti Mariassunta Lenotti e Giuseppe Camorani, grazie al sostegno di volontari e donatori ad oggi hanno raggiunto importanti traguardi, come la realizzazione di un ambulatorio per assistenza sanitaria e di un edificio scolastico, necessari per la sopravvivenza di queste persone che vivono in piena povertà.

A conclusione della serata è intervenuto anche il neo presidente nazionale del CAI, Vincenzo Torti: "Non avrei potuto cominciare la mia avventura da presidente in modo più emozionante. Sono anni che mi occupo di Cai e mai lo avevo visto in mani migliori di quelle di Lorenzo. Tutto quello che è nato dopo lo avete fatto crescere voi, sulla scia del suo esempio. E questo, come disse Lorenzo dalla cima del K2, è meraviglioso".
Pietro Magnani
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