Lecco: futuri genitori toccano con mano il 'percorso nascita' all'interno dell'Ostetricia-Ginecologia del Manzoni. Partoanalgesia garantita h24

Porte aperte al reparto di Ostetricia e Ginecologia nella mattinata di sabato 23 aprile per una cinquantina di future mamme e futuri papà che hanno raccolto l'invito dell'Ospedale Manzoni a partecipare a un incontro illustrativo sul percorso nascita. L'iniziativa è stata organizzata in occasione della settimana dedicata al benessere femminile e promossa a livello nazionale da Onda (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna), finalizzata a promuovere con visite, consulti clinici e punti di informazione la cultura della prevenzione legata alle patologie a maggior impatto femminile, epidemiologico e clinico.

La coordinatrice ostetrica Elisabetta Nelli e le due ostetriche Silvia Marocchini e Raffaella Spotorno

I futuri genitori, provenienti da Lecco ma anche da centri più lontani come Morbegno e Colico, hanno trovato uno spazio aperto predisposto all'ascolto dove poter esporre i propri dubbi e familiarizzare con il reparto di Ostetricia dell'Ospedale, acquisendo gli elementi per poter prendere una decisione oculata nella scelta della struttura dove far nascere il proprio bambino. Ad aiutarli in questo compito, in rappresentanza delle 35 colleghe, le due ostetriche Silvia Marocchini e Raffaella Spotorno e la coordinatrice ostetrica Elisabetta Nelli, che ha esordito: "la giornata di oggi è dedicata alla salute della donna, di cui anche il percorso nascita fa parte. Non si tratta solo di un travaglio e di un parto, ma di un cammino che inizia col desiderio di avere un figlio, comprende la gravidanza con tutti i suoi cambiamenti fisici ed emotivi e non si esaurisce nell'evento del parto ma prosegue con il puerperio, quando la donna si trasforma in madre, l'uomo in padre e la coppia diviene una famiglia".

La vasca per il parto in acqua

Dopo aver risposto a qualche domanda preliminare, le ostetriche hanno portato gli ospiti a "toccare con mano" la realtà del reparto, ripercorrendo il percorso che si troverebbe a compiere una partoriente a partire proprio dal pulsante rosso di chiamata situato all'ingresso. "Quando arrivate in ospedale non dirigetevi al Pronto Soccorso al piano terra, ma venite direttamente qui e suonate il "campanello"; un'ostetrica arriverà e si prenderà cura di voi, valutando la vostra situazione" ha spiegato Silvia Marocchini, sottolineando l'importanza di scegliere una sola persona di fiducia che accompagnerà la mamma durante il travaglio e il parto, relegando la presenza di altri parenti agli orari di visita una volta che il bambino sarà nato.

La sala attrezzata per il parto in acqua

Il "tour" guidato è quindi proseguito con la visita a una delle quattro sale parto attrezzate, alla sala operatoria adiacente, all'isola neonatale dove i bambini vengono pesati e misurati, a una delle stanze di degenza e al nido. Come hanno spiegato le ostetriche, quest'ultima struttura ospita solo i neonati che necessitano di un'assistenza maggiore perché ad esempio sottoposti a indagini diagnostiche, mentre di norma si applica il "rooming in", ovvero la pratica di lasciare mamma e figlio nella stessa stanza a partire da subito. In particolare, la sala parto rimane a disposizione esclusivamente di mamma e bambino per due ore dopo la nascita per favorire il processo di bonding, cioè l'instaurarsi di un legame parentale grazie anche al contatto pelle a pelle; in caso di parto fisiologico la degenza in camera doppia è generalmente di 48 ore.

L'isola neonatale

Una camera di degenza

Il pulsante all'ingresso del reparto

Per una serie di circostanze fortuite, poco prima dell'inizio delle visite guidate il reparto è stato teatro dalla nascita di tre bambini e così i partecipanti hanno avuto l'occasione di incontrare alcune neomamme insieme ai loro neonati: una testimonianza diretta che ha coinvolto profondamente i presenti.
"L'ambulatorio dedicato alla gravidanza fisiologica organizza 30 corsi all'anno di accompagnamento alla nascita anche in orario serale e aperti alla partecipazione del partner" ha proseguito la coordinatrice Elisabetta Nelli, snocciolando qualche dato: "abbiamo un pronto soccorso ostetrico all'interno del reparto che eroga 7.000 prestazioni all'anno e il 17% delle gravidanze passano dall'ambulatorio di gravidanza fisiologica. In caso di feto in posizione podalica questo ospedale - uno dei pochi centri della zona a garantire questo servizio - offre inoltre la pratica terapeutica della moxibustione e la manovra del rivolgimento manuale esterno. Il rapporto paziente-ostetrica è di uno a uno e lavoriamo su turni di 12 ore per andare incontro a meno cambi possibili e mantenere un rapporto quanto più continuo con la mamma per garantire la sicurezza sua e del bambino". I parti nel 2015 sono stati 1730, registrando una crescita del 20% rispetto al 2013 e al 2014; da circa un anno a questa parte inoltre la partoanalgesia (meglio conosciuta come epidurale) viene garantita tutti i giorni della settimana 24 ore su 24, festivi compresi, grazie alla presenza di un medico anestesista dedicato. "È importante sapere che tutte le gestanti che lo richiedono possono accedere a questo servizio, a patto che abbiano incontrato l'anestesista e firmato il consenso informato in un momento precedente al parto, in genere si consiglia un mese prima" ha chiarito la coordinatrice, aggiungendo che compilando alcuni moduli è anche possibile dichiarare la propria disponibilità a donare il sangue placentare. Tutte le informazioni necessarie sono reperibili chiamando il reparto di Ostetricia o partecipando alle visite guidate della struttura che si tengono ogni quindici giorni, di mercoledì.

Il personale

Infine, sempre nell'ambito della Giornata Nazionale dedicata alla salute delle donne, il nosocomio lecchese ha organizzato anche la somministrazione di 40 pap-test presso l'ambulatorio di ginecologia: "l'iniziativa ha avuto molto successo, i posti disponibili sono andati esauriti in breve tempo. In molti casi il pap-test è stato l'occasione per indirizzare alcune pazienti verso visite ginecologiche a scopo preventivo o contraccettivo. Generalmente però abbiamo riscontrato un buon livello di responsabilità nei confronti della prevenzione, perché la maggior parte delle persone venute oggi aveva effettuato l'ultimo pap-test due o tre anni fa, ovvero il periodo di tempo consigliato" hanno assicurato le due ostetriche incaricate, Rosa Iacobelli e Donatella Pistono.
Elena Toni
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