'Grande Torino', il Giro d’Italia dei suoi stadi passa da Lecco
Al “Grande Torino” è stato dedicato l’Olimpico del capoluogo piemontese, 67 anni dopo la tragedia aerea di Superga, che tragicamente cancellò la squadra definita “invincibile” degli scudetti tricolori consecutivi nel dopoguerra ’45.
La cerimonia di intitolazione ha fatto sì che il quotidiano La Stampa cercasse con un “giro d’Italia” gli stadi dedicati alla grande squadra granata. Il censimento ha portato a trovare 30 stadi dedicati ai caduti di Superga ed all’invincibile Torino, con i suoi giocatori più famosi.
Era passato un anno dalla tragedia di Superga quando il campo sportivo ai “Cantarelli”, località periferica tra Lecco e Castello, veniva dedicato a Mario Rigamonti. Giocatore nativo di Brescia, classe 1921, Mario Rigamonti aveva giocato nel Lecco nei campionati di guerra 1943/1945. Tornò poi a Brescia e passò subito al Torino, dove divenne l’insuperabile perno della difesa.
C’è da ricordare che, oltre allo stadio, i rapporti fra Lecco e Torino sono segnati da alcuni passaggi importanti. Nel campionato 1959/1960, quando il Lecco entrò trionfalmente in serie A, in compagnia dei blucelesti c’erano i granata che tornavano nella massima serie nazionale.
L’ingresso al settore tribune dello stadio vede oggi due lapidi: una dedicata alla memoria di Mario Rigamonti, nella quale si evidenzia il ricordo che hanno “gli sportivi lecchesi che l’ebbero tra loro calciatore invito”. L’altra lapide è dedicata al presidentissimo Mario Ceppi, che portò il Lecco alle glorie della serie A per tre campionati negli anni ’60.
Nelle partite al Cantarelli negli anni bellici non mancarono momenti di grande suspense, quando velivoli alleati piombarono nella zona per bombardare il vicino scalo ferroviario lecchese. Un’altra volta pattuglie tedesche e della Repubblica di Salò bloccarono gli ingressi per controllare all’uscita del dopo partita tutti gli spettatori, alla ricerca di eventuali renitenti alle chiamate obbligatorie di leva.
La tragedia di Superga avvenne il 4 maggio 1949, quando la squadra del Torino tornava in aereo da una importante trasferta in Portogallo. L’aereo, rientrando in Italia, trovò una fitta nebbia nella zona di Torino e finì contro l a collina di Superga, con l’imponente mole della grande basilica. Fu una sciagura che fermò tutta l’Italia. Sono stati 18 i giocatori granata vittime dello schianto di Superga. Erano con loro dirigenti e tecnici della società, accompagnatori, giornalisti sportivi.
Il Calcio Lecco, già nel maggio 1950, un anno dopo Superga, dedicò a Mario Rigamonti l’allora campo sportivo ai Cantarelli, che divenne stadio con l’ampliamento dell’estate 1960, quando il Lecco era stato promosso in serie A.
La cerimonia di intitolazione ha fatto sì che il quotidiano La Stampa cercasse con un “giro d’Italia” gli stadi dedicati alla grande squadra granata. Il censimento ha portato a trovare 30 stadi dedicati ai caduti di Superga ed all’invincibile Torino, con i suoi giocatori più famosi.
Mario Rigamonti in maglia bluceleste al vecchio Cantarelli e la lapide con il nome di Rigamonti sulla collina di Superga
La classifica vede tre stadi dedicati a Valerio Bacigaluppo, Valentino Mazzola e Romeo Menti. Due sono gli stati dedicati a Mario Rigamonti: quello di Brescia e quello di Lecco. A Mario Rigamonti venne dedicato il vecchio “Cantarelli”, inaugurato nel 1922, nell’allora territorio comunale di Castello, su terreni messi a disposizione dalla famiglia Ceppi.Era passato un anno dalla tragedia di Superga quando il campo sportivo ai “Cantarelli”, località periferica tra Lecco e Castello, veniva dedicato a Mario Rigamonti. Giocatore nativo di Brescia, classe 1921, Mario Rigamonti aveva giocato nel Lecco nei campionati di guerra 1943/1945. Tornò poi a Brescia e passò subito al Torino, dove divenne l’insuperabile perno della difesa.
C’è da ricordare che, oltre allo stadio, i rapporti fra Lecco e Torino sono segnati da alcuni passaggi importanti. Nel campionato 1959/1960, quando il Lecco entrò trionfalmente in serie A, in compagnia dei blucelesti c’erano i granata che tornavano nella massima serie nazionale.
La lapide all’ingresso del settore tribune, che ricorda Mario Rigamonti
Il lecchese Pippo Rigamonti è stato portiere del Torino per quattro stagioni, a metà degli anni ’50. Ha disputato sette derby della Mole, con i bianconeri della Juve, parando anche un rigore al fuoriclasse Giampietro Boniperti. Il compianto Pippo Rigamonti aveva debuttato giovanissimo nel Lecco, passando poi al Como e, quindi, al Torino.L’ingresso al settore tribune dello stadio vede oggi due lapidi: una dedicata alla memoria di Mario Rigamonti, nella quale si evidenzia il ricordo che hanno “gli sportivi lecchesi che l’ebbero tra loro calciatore invito”. L’altra lapide è dedicata al presidentissimo Mario Ceppi, che portò il Lecco alle glorie della serie A per tre campionati negli anni ’60.
Nelle partite al Cantarelli negli anni bellici non mancarono momenti di grande suspense, quando velivoli alleati piombarono nella zona per bombardare il vicino scalo ferroviario lecchese. Un’altra volta pattuglie tedesche e della Repubblica di Salò bloccarono gli ingressi per controllare all’uscita del dopo partita tutti gli spettatori, alla ricerca di eventuali renitenti alle chiamate obbligatorie di leva.
La tragedia di Superga avvenne il 4 maggio 1949, quando la squadra del Torino tornava in aereo da una importante trasferta in Portogallo. L’aereo, rientrando in Italia, trovò una fitta nebbia nella zona di Torino e finì contro l a collina di Superga, con l’imponente mole della grande basilica. Fu una sciagura che fermò tutta l’Italia. Sono stati 18 i giocatori granata vittime dello schianto di Superga. Erano con loro dirigenti e tecnici della società, accompagnatori, giornalisti sportivi.
Il Calcio Lecco, già nel maggio 1950, un anno dopo Superga, dedicò a Mario Rigamonti l’allora campo sportivo ai Cantarelli, che divenne stadio con l’ampliamento dell’estate 1960, quando il Lecco era stato promosso in serie A.
A.B.