Si progetta di riaprire le Terme di Tartavalle a Taceno, in Valsassina
Si è tornato a parlare delle Terme di Tartavalle, in Valsassina, nel territorio comunale di Taceno, lungo il corso del Pioverna, prima che lo stesso affronti la tumultuosa “discesa” verso l’Orrido di Bellano ed il Lario. Il progetto è del dott. Giovanni Bergna, idrologo, nativo di Cantù, attualmente medico chirurgo a Chiavenna. Si dedica da anni allo studio delle sorgenti termali antiche lungo le Alpi lombarde, come è sicuramente la fonte di Tartavalle, conosciuta e studiata per la prima volta nel lontano 1830.
Alle Terme di Tartavalle si deve il primo, intenso movimento turistico in Valsassina, tanto è vero che la stazione ferroviaria di Bellano aggiunse nella scritta Tartavalle Terme. La strada verso il passo di Portone fu al centro di un’interpellanza parlamentare del deputato lecchese Mario Cermenati, geologo, affinché si provvedesse al più presto a migliorare la viabilità della zona interessata da un crescente movimento termale. Mario Cermenati presentò l’interpellanza nella seduta della Camera dei Deputati del 17 giugno 1909.
Negli anni 1943/1945 l’albergo del centro termale di Tartavalle venne requisito dagli occupanti tedeschi per collocare il comando della milizia territoriale germanica per tutta la Valsassina e la confinante Valvarrone, che registrava verso Premana, sul Legnone e su altri monti un’intensa attività partigiana.
Riaprire le Terme di Tartavalle sarebbe sicuramente una spinta a far rifiorire il turismo ed il relativo movimento economico in tutta la Valsassina, ma, in particolare, nella zona di Taceno. C’è, quindi, da augurare che le antiche terme ottocentesche di Tartavalle possano ritornare a gloriosi fasti del passato, prima che la Valsassina tutta conoscesse il boom delle funivie, il movimento invernale dello sci e quello estivo delle vacanze.
Alle Terme di Tartavalle si deve il primo, intenso movimento turistico in Valsassina, tanto è vero che la stazione ferroviaria di Bellano aggiunse nella scritta Tartavalle Terme. La strada verso il passo di Portone fu al centro di un’interpellanza parlamentare del deputato lecchese Mario Cermenati, geologo, affinché si provvedesse al più presto a migliorare la viabilità della zona interessata da un crescente movimento termale. Mario Cermenati presentò l’interpellanza nella seduta della Camera dei Deputati del 17 giugno 1909.
Veduta panoramica del complesso termale
Le Terme di Tartavalle conobbero il loro periodo migliore negli anni di fine Ottocento e di inizio Novecento, fino alle soglie della seconda grande guerra mondiale. La crescita di Tartavalle ridimensionò notevolmente, tra Ottocento e Novecento, la fonte termale di Barco, in Maggianico di Lecco, ritrovo della Scapigliatura lombarda, presso l’albergo Davide e presso l’albergo Albertini.Negli anni 1943/1945 l’albergo del centro termale di Tartavalle venne requisito dagli occupanti tedeschi per collocare il comando della milizia territoriale germanica per tutta la Valsassina e la confinante Valvarrone, che registrava verso Premana, sul Legnone e su altri monti un’intensa attività partigiana.
Foto d’archivio degli anni ‘70
Negli anni ’60 il dott. Piero Mantegazza lasciò la professione medica a Milano per rilanciare le terme presso la fitta e rinfrescante pineta. Il complesso termale vide i ritiri precampionato del Calcio Lecco, del presidentissimo Mario Ceppi, negli anni migliori della serie A e serie B, con l’allenatore Angelo Piccioli ed il vice Guido Capello. Prese avvio dalle Terme di Tartavalle il primo Gran Premio ciclistico della Valsassina, organizzato dall’ELMA nel 1966, in contemporanea con la prima Sagra delle Sagre, ancora in edizione ridotta di due giorni, a Pasturo. A Tartavalle Terme erano in ritiro premondiale i ciclisti della Nazionale azzurra, guidati dal commissario Fiorenzo Magni. E’ stato Renato Corbetta a consigliare all’amico Magni una prova premondiale sulle strade valsassinesi, come ulteriore preparazione alla gara iridata. Dalle Terme di Tartavalle, sempre in quegli anni di tentato rilancio, che non ebbe, però, molto seguito, partì anche la “Quattro passi in Valsassina”, che per la verità erano ben 34 chilometri di camminata, promossa dal Gruppo Sportivi Alpini di Lecco. Vi furono anche serate musicali e culturali, balli di gala, passerelle di miss e di moda, prove ippiche nel grande prato lungo il Pioverna, dove si può raggiungere con una breve passeggiata, la fonte sussidiaria di “Tartavallino”La “nicchia” della fonte di Tartavalle
Le Terme presentavano, negli anni ’60, il monumentale “albergo”, con quasi 100 camere e 120 posti letto. Il complesso termale era circondato da un fantastico bosco di oltre 60.000 pini, che rendevano l’aria particolarmente salubre.Riaprire le Terme di Tartavalle sarebbe sicuramente una spinta a far rifiorire il turismo ed il relativo movimento economico in tutta la Valsassina, ma, in particolare, nella zona di Taceno. C’è, quindi, da augurare che le antiche terme ottocentesche di Tartavalle possano ritornare a gloriosi fasti del passato, prima che la Valsassina tutta conoscesse il boom delle funivie, il movimento invernale dello sci e quello estivo delle vacanze.
A.B.