Lecco, storie di cimenti sportivi: quando si andava sul Resegone con tre metri di neve
Cimenti invernali di altri tempi sulle montagne lecchesi a fine anno: tornano alla memoria in questo "pazzo" inverno, nel quale la neve è assente e nei prati fioriscono le primule gialle.



A sinistra la croce del Resegone ed il rifugio Azzoni con la neve; a destra invece senza, come è in questo eccezionale “pazzo” inverno
Una vicenda alpinistica dimenticata è quella che risale agli anni del dopoguerra 1945, quando i giovani "scavalca montagne" degli Escursionisti Stella Alpina di Lecco, avevano come meta di raggiungere, l'ultimo giorno dell'anno e nel primo del successivo anno nuovo, la croce sulla vetta del monte Resegone, abbondantemente innevata. L'ascesa era veramente proibitiva, perché il sentiero era praticamente battuto sino alle case di Costa, dove abitava ancora una piccola comunità e dove ogni giorno, ancora nei primi anni '60, dei ragazzini frequentavano la scuola elementare Silvio Pellico, in località Malnago. Subito dopo l'abitato di Costa l'ascesa diventava davvero difficile: il tracciato era ghiacciato, neve fresca ancora intatta copriva la pista del sentiero stesso.

Una vecchia foto invernale con il rifugio Daina, che è stato poi ampliato nell’Azzoni
Una cronaca del 1948 riferisce "I più animosi dell'ESA hanno trascorso l'ultimo giorno del 1947 in montagna. La meta era la vetta del monte Resegone, la punta Cermenati (altezza 1875 metri). In vetta giunsero solo in quattro; erano partiti in venti. La strada ghiacciata fermò gli altri. Ma sarà per un'altra volta, hanno detto i rinunciatari: il monte Resegone non scappa". Era vero che il Resegone non scappava .... ma l'escursione era davvero proibitiva, considerando i fattori negativi della neve, ghiaccio, vento e freddo. Qualche anno i coraggiosi dell'ESA dovettero addirittura rinunciare per un tempo impossibile. Un anno vi fu il solitario arrivo in vetta di Felice Colombo, residente in via Mascari, che aveva lottato contro una tremenda tormenta. Era un alpinista temprato da diverse escursioni in alta quota, sulle montagne dell'intero arco alpino. Era il fratello maggiore del primo presidente dell'ESA, Enrico Colombo, organizzatore di campeggi estivi a Courmayeur.
Un tentativo di ascesa alla croce con tanta neve
L'Escursionisti Stella Alpina è stata una piccola ma solida "isola" nel vasto arcipelago delle associazioni escursionistiche lecchesi, avviato con la fondazione della sezione CAI nel 1874, con l'abate geologo Antonio Stoppani.
L'ESA era stata fondata nel 1946 da 11 giovanissimi appassionati delle vette, fra i quali i fratelli Ambrogio e Giovanni Bonfanti, che sono poi stati dirigenti per tanti anni della Società Escursionisti Lecchesi, la SEL. Giovanni Bonfanti, ora residente in via Bovara, è stato presidente dopo il traguardo del centenario selino; Ambrogio Bonfanti, scomparso lo scorso anno, ha avuto un ruolo determinante nell'attività della SEL come segretario, addetto stampa, responsabile del notiziario sociale.
La croce del Resegone vista dal sentiero fra le creste della montagna
Alla vetta del Resegone l'ESA ha comunque legato la sua manifestazione più memorabile il 16 settembre 1951, quando, presso la grande croce giubilare del 1925, venne portata una piccola croce con il legno del Getzemani. Salirono quel giorno al Resegone, con una folla di alpinisti quale da anni non si vedeva, il sindaco Ugo Bartesaghi ed il prevosto mons. Giovani Borsieri. L'ESA è uscita di scena all'inizio anni '60, confluendo, praticamente, nella SEL.
Gli "scavalca montagne" di allora avrebbero avuto oggi un ruolo facilitato nel raggiungere una vetta eccezionalmente senza neve, come tutte quelle delle montagne vicine, in un inverno davvero insolito, sotto il profilo meteo.
Tante volte si dice "Siamo nati troppo presto ....". E forse il detto popolare vale proprio anche questa volta.
A.B.