Lecco: la tradizione delle mele rosse di San Nicolo', porteranno benessere a tutta la città... tranne ad Acquate
Sono i giorni delle mele di San Nicola, verso la notte del 6 dicembre, dove, per antica tradizione di popolo, il patrono di Lecco "porta i pomm" ai bimbi buoni. Il santo turco, venuto dal mare sino a Bari, ha risalito la penisola sino al ramo lecchese del Lario. San Nicolò è uno dei santi più amati e celebrati, a dimensione non solo europea, ma intercontinentale ed universale.
Il santo, con la barba candida e la rossa pelliccia, è poi raffigurato nelle statuine di marzapane. Vi sono anche le piccole mele di marzapane; alcune sono confezionate con retine di lucenti monete. E' forse uno strappo alla consuetudine radicata delle mele per sostenere un'economia non florida ed una tredicesima che si prevede non troppo grassa. Un motivo in più per accendere un lume all'altare di San Nicolò in Basilica, dove, nella dorata "tavola" il patrono appare nella sua iconografia più autentica: quella di vescovo di Mira.
C'è, invece, da aggiungere che la tradizione si estende anche a Pescate, oltre Adda, in Comune e parrocchia diversi da Lecco. C'è una motivazione storica, come ricorda Ambrogio Sabadini, cultore di tradizioni locali. L'attuale Comune, dalla Pescalina alle Torrette, è stato compreso per secoli, sino al 1930, alla giurisdizione ecclesiastica della Prepositura di San Nicolò, in Lecco.
I ragazzi con le mele di San Nicolò in una foto di qualche anno fa
Le grosse rosse mele del santo sono esposte nelle vetrine di alcuni negozi del centro storico. Sono solitamente le mele rosse della Val di Non ed arrivano da una zona del Trentino nota per la produzione delle mele stesse. Quest'anno si aggiungeranno le mele della Valtellina, con diverse specialità; hanno seguito il corso dell'Adda per arrivare sino al lago di Lecco.Una vetrina con le mele della tradizione
I pomm sono ricercati in queste ore di vigilia da mamme, nonne, dai cultori di tradizioni che attribuiscono alle mele un segno augurale di benessere, di futuro sereno e fecondo. Ne abbiamo proprio bisogno in questo San Nicolò 2015.Il santo, con la barba candida e la rossa pelliccia, è poi raffigurato nelle statuine di marzapane. Vi sono anche le piccole mele di marzapane; alcune sono confezionate con retine di lucenti monete. E' forse uno strappo alla consuetudine radicata delle mele per sostenere un'economia non florida ed una tredicesima che si prevede non troppo grassa. Un motivo in più per accendere un lume all'altare di San Nicolò in Basilica, dove, nella dorata "tavola" il patrono appare nella sua iconografia più autentica: quella di vescovo di Mira.
L’altare laterale di San NIcolò nella Basilica di Lecco
Lecco vive così giornate di ricordo di una tradizione consolidata in tante famiglie. Nella mappa cittadina delle mele di San Nicolò vi è anche qualche eccezione. E' il caso del quartiere Acquate dove le mele rosse sono portate il 13 dicembre da Santa Lucia, per un'antica tradizione di origine veneziana, quando il confine con la Serenissima di San Marco passava appena oltre il passo del Fo', tra Resegone e Magnodeno.C'è, invece, da aggiungere che la tradizione si estende anche a Pescate, oltre Adda, in Comune e parrocchia diversi da Lecco. C'è una motivazione storica, come ricorda Ambrogio Sabadini, cultore di tradizioni locali. L'attuale Comune, dalla Pescalina alle Torrette, è stato compreso per secoli, sino al 1930, alla giurisdizione ecclesiastica della Prepositura di San Nicolò, in Lecco.
San Nicolò 2001: la lecchese suor Antonia Colombo riceve la medaglia d’oro di civico riconoscimento.
Premiano con il sindaco Lorenzo Bodega, gli assessori Luciano Giorgi e Luciano Colombo.
Sotto il prevosto mons. Roberto Busti (oggi vescovo di Mantova) distribuisce i sacchetti con le mele di San Nicolò
A.B.