Da un vassoio di brioches ricominicia la vita dopo la morte di Andrea, figlio del dr. Achilli

E' ricominciato tutto da un vassoio di brioches. La mattina dopo il funerale di Andrea, mamma Daniela esce di casa presto con la macchina. Lascia sul tavolo il cellulare, nessun biglietto per i famigliari e per un paio di ore nessuno ha notizie di lei. Quando il marito, dr. Felice Achilli e i tre figli, si svegliano iniziano a cercare la donna, facendo il giro di telefonate tra i parenti. L'angoscia sale minuto dopo minuto. Il pensiero che  Daniela, vinta dal dolore per quel figlio morto così tragicamente, schiacciato da un camion, e sepolto solo il giorno prima, possa avere compiuto qualche gesto estremo, li sta devastando.

Nessuno lo confessa all'altro, ma il pensiero di tutti corre lì. Fino a quando il rumore del cancello elettrico, fa scattare  la serratura e si sente l'auto rientrare. Quando la porta di ingresso si apre, Daniela varca la soglia con in mano un vassoio di brioches fresche, acquistate dopo avere partecipato alla Messa mattutina al monastero della Bernaga di Perego. Tra lo sguardo incredulo e al tempo stesso rassicurato di figli e marito, la donna porta sul tavolo il cabaret di dolci e invita tutti  a sedersi per ricominciare.

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Il suo "SI" a quando accaduto, a quel Dio che senza un apparente perché aveva strappato loro il "pestifero" di casa, quello che per 5 euro raccontava al papà le tresche amorose dei fratelli oppure aveva scommesso, vincendo, di colpire la testa della professoressa da venti metri di distanza (rimediando anche una sospensione, ndr), ecco il suo SI a ricominciare era partito da quel vassoio.

Il dr. Felice Achilli

A raccontare in un appassionato alternarsi di aneddoti, ricordi, riflessioni la tragedia che ha sconvolto e cambiato la sua famiglia è stato il papà Felice Achilli, ex primario di Cardiologia all'azienda ospedaliera di Lecco, ora al San Gerardo, invitato a Cernusco per presentare il libro "Le infradito blu", dedicato proprio ad Andrea.

Travolto da un camion a Casatenovo il 23 giugno 2009, mentre era uscito in bicicletta con la baby sitter, trasportato a Lecco in elicottero in un estremo tentativo di salvarlo, il 13enne era spirato nel fiore degli anni. Il suo funerale, celebrato dal successore di Don Luigi Giussani, Don Juan Carròn, aveva paralizzato il paese. Oltre un migliaio le persone presenti, silenziose e oranti di fronte alla tragedia.


Era stato proprio Don Juan Carròn all'appello disperato della mamma "Non so se ce la posso fare", ad ammonirla cordialmente "E' solo questione di dire SI", a tracciarle il cammino. Un cammino iniziato il giorno seguente con la Messa e il vassoio di brioches per la sua famiglia, riunita attorno a un tavolo, nel dolore, ma comunque riunita.
"Dire di sì ha  reso nuova la vita" ha spiegato il dr. Achilli "Il miracolo più grande di Andrea è stato la sua mamma. Daniela è diventata più madre dei miei figli, più moglie per me, più madre di molti. Quando ti muore un figlio, quanto accaduto è così contro natura, è qualcosa di così radicale la provocazione che ti travolge, che ti chiedi se ci sia qualcosa di ragionevole a cui aggrapparsi. Noi vivremo con questa spada addosso fino a quando Dio ci darà da vivere ma io non scambierei la vita della mia famiglia per come è ora con quanto è stata per vent'anni".

Nel libro "Le infradito blu", edito da Itaca, il susseguirsi di ricordi, immagini traslate in parole, lettere di amici, parenti e sconosciuti accomunati dal dolore, raccontano di questo bambino pieno di vita, che all'insaputa di tutti andava ogni giovedì a trovare il vecchio parroco del paese, che incollava le pagine del diario dove c'erano le note, che si appassionava a tutto e non accettava le mezze misure, e che con la sua morte ha cambiato la vita di tanti.
S.V.
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