Pescarenico: 'pochi ma buoni' per la camminata al chiaro di luna
Si è rinnovata ieri sera la tradizionale camminata al chiaro di luna che attraversa i luoghi del quartiere di Pescarenico sulle tracce degli aneddoti manzoniani. Alla partenza, prevista attorno alle ore 20.45 presso il Ponte Vecchio, era presente un ristretto gruppo di 'pochi ma buoni', è proprio il caso di dirlo: due lecchesi, quattro meratesi e due vicentine davvero molto preparate. Nonostante il limite minimo di partecipanti per lo svolgimento della visita, fissato a dieci, non fosse stato raggiunto, il tour si è svolto comunque per la gioia dei presenti.
I partecipanti
A guidarli è stata Laura Fumagalli, del Gruppo Guide Lecco, che ha aperto la serata sottolineando la centralità che il territorio di Pescarenico riveste agli occhi del Manzoni: "E' questo il luogo manzoniano più importante di Lecco, l'unico che lo scrittore indica esplicitamente nel romanzo". Sfogliando le pagine dei Promessi Sposi, infatti, è facilmente individuabile la precisione con cui l'autore descrive queste zone, a differenza di altre del lecchese su cui rimane molto vago, esito di quello stile che egli definisce 'Verosimile' e che unisce fatti storici a invenzioni letterarie. Dal Ponte Vecchio all'Isola Viscontea, da Piazza Era al Parco Addio Monti, il tragitto al chiaro di luna ha condotto i presenti alla Chiesa di Pescarenico attorno alle ore 22, quando i volontari della parrocchia hanno permesso l'accesso al Convento che ospitò i personaggi di padre Cristoforo e Fra Galdino.La giuda Laura Fumagalli
"Del convento abbiamo accesso questa sera solo al cortile, perché il resto è ancora in fase di ristrutturazione, sebbene i lavori siano quasi ultimati", ha informato la guida. E proprio con la mente a questo luogo son partiti i richiami alle vicende del romanzo: "Ricordiamo quando Fra Cristoforo mise a disposizione una barca del Convento per permettere a Renzo e Lucia di attraversare l'Adda e iniziare così la loro fuga. Lucia e sua madre avrebbero trovato poi rifugio nel convento di Monza, mentre Renzo avrebbe dovuto raggiungere il convento di Porta Orientale a Milano, dove ad attenderlo ci sarebbe stato Fra Bonaventura".
Giulia Achler