Una marcia (della pace) che lasci un'impronta
Cara Leccoonline
Domani pomeriggio, dopo 7 anni, torna la Marcia della Pace a Lecco.
È una brutta cosa (c’è la guerra) e una bella risposta (alla guerra)
Ma non può essere limitata a una spinta emotiva.
Educare alla pace è ancora più importante e prezioso.
Anche perché si può fare anche localmente.
Per questo credo ci sia nella convocazione della Marcia una lacuna non secondaria
Dire no all'aumento delle spese militari.
Perché Marciare per la Pace è anche non aumentare le spese militari.
E oggi sono ben 28 miliardi di euro all'anno. 76 milioni di euro al giorno, tutti i giorni
E dal 2001 al 2020 sono aumentate del 90%!!
Mi auguro che non solo la Marcia della Pace in prima fila dica un chiaro NO all'aumento ma, ancor meglio, chieda che vengano ridotte, drasticamente.
Spero quindi che la Marcia di sabato abbia successo e un seguito pratico, immediato, che lasci un'impronta
Ossia che entro 30 giorni ogni Consiglio Comunale degli Enti aderenti la Marcia approvi una mozione chiara contro la scelta del Governo di aumentare le spese militari e chieda altresì di ridurle in termini assoluti e in % al PIL
Che si coinvolgano i singoli rappresentati al Governo e in Regione per mozioni e interventi analoghi misurabili e urgenti
Che il Comune e la Tavola della Pace finanzi percorsi di pace e conoscenza nelle scuole, nelle piazze, con più forme espressive e di divulgazione, con progetti chiari sulle guerre dimenticate a partire da quelle quotidiane dove l'Italia è coinvolta come venditrice di armi e morte: Libia in primis
Che nello specifico si condanni, anche attraverso i propri Sindaci e ci si adoperi attraverso i singoli parlamentari per fermare le politiche di guerra nel Mediterraneo e sulla Tratta balcanica contro migranti e richiedenti asilo. Perché questa avviene, da anni, ogni giorno.
Che si possa chiedere alle aziende di armi e munizioni - nonché le banche armate - anche localmente, che non finanzino più le attività di guerra ma solo Corpi di polizia e lo sport e che, da subito, per le attività Comunali non si accettino sponsorizzazioni e relazioni, ad esclusione di quelle per Legge, da realtà impegnate negli armamenti o da esse sostenute.
Che disarmare, soccorrere e negoziare diventino le parole d’ordine e di pace a Lecco e ovunque in primis durante la Marcia e non solo, altrimenti ho forte l’impressione che pur bella e colorata, le Marce della Pace siano solo un movimento emotivo. Ogni sette anni, peraltro.
Domani pomeriggio, dopo 7 anni, torna la Marcia della Pace a Lecco.
È una brutta cosa (c’è la guerra) e una bella risposta (alla guerra)
Ma non può essere limitata a una spinta emotiva.
Educare alla pace è ancora più importante e prezioso.
Anche perché si può fare anche localmente.
Per questo credo ci sia nella convocazione della Marcia una lacuna non secondaria
Dire no all'aumento delle spese militari.
Perché Marciare per la Pace è anche non aumentare le spese militari.
E oggi sono ben 28 miliardi di euro all'anno. 76 milioni di euro al giorno, tutti i giorni
E dal 2001 al 2020 sono aumentate del 90%!!
Mi auguro che non solo la Marcia della Pace in prima fila dica un chiaro NO all'aumento ma, ancor meglio, chieda che vengano ridotte, drasticamente.
Spero quindi che la Marcia di sabato abbia successo e un seguito pratico, immediato, che lasci un'impronta
Ossia che entro 30 giorni ogni Consiglio Comunale degli Enti aderenti la Marcia approvi una mozione chiara contro la scelta del Governo di aumentare le spese militari e chieda altresì di ridurle in termini assoluti e in % al PIL
Che si coinvolgano i singoli rappresentati al Governo e in Regione per mozioni e interventi analoghi misurabili e urgenti
Che il Comune e la Tavola della Pace finanzi percorsi di pace e conoscenza nelle scuole, nelle piazze, con più forme espressive e di divulgazione, con progetti chiari sulle guerre dimenticate a partire da quelle quotidiane dove l'Italia è coinvolta come venditrice di armi e morte: Libia in primis
Che nello specifico si condanni, anche attraverso i propri Sindaci e ci si adoperi attraverso i singoli parlamentari per fermare le politiche di guerra nel Mediterraneo e sulla Tratta balcanica contro migranti e richiedenti asilo. Perché questa avviene, da anni, ogni giorno.
Che si possa chiedere alle aziende di armi e munizioni - nonché le banche armate - anche localmente, che non finanzino più le attività di guerra ma solo Corpi di polizia e lo sport e che, da subito, per le attività Comunali non si accettino sponsorizzazioni e relazioni, ad esclusione di quelle per Legge, da realtà impegnate negli armamenti o da esse sostenute.
Che disarmare, soccorrere e negoziare diventino le parole d’ordine e di pace a Lecco e ovunque in primis durante la Marcia e non solo, altrimenti ho forte l’impressione che pur bella e colorata, le Marce della Pace siano solo un movimento emotivo. Ogni sette anni, peraltro.
Paolo Trezzi