Dimenticanze in scena
Cara Leccoonline
Come si può leggere anche dai vostri articoli di cronaca, sul palco del Consiglio comunale ieri è andato in scena di tutto.
Io vorrei evidenziare lo spettacolo: il gioco delle dimenticanze.
Tre interpreti principali: Gli assessori Sacchi, Cattaneo e Pietrobelli
ATTO I - L’asilo Bonacina e la memoria smarrita
Domanda semplice: il contratto con l’impresa inadempiente per il nuovo asilo è stato rescisso, sì o no?
Risposta dell’assessora Sacchi: "no, non ancora"
Peccato che il 17 settembre, in diretta TV, il sindaco Gattinoni avesse dichiarato che la rescissione era vosa fatta e sarebbe stata firmata “entro fine mese”.
Forse il calendario di Palazzo Bovara funziona a fasi lunari.
ATTO II - La Piccola e i 17.000 € fantasma
Domanda: Perché il prelievo per pulizie e controlli alla Piccola è stato negato solo pochi giorni fa in Commissione dall'Asessore Cattaneo?
Risposta: Nessuno in Commissione me lo ha chiesto e quindi non ho potuto rispondere
Peccato che la consigliera Fusi non solo l'avesse chiesto, ma avesse pure ricevuto una non-risposta.
Sarà che ricordarsi tutto diventa difficile se le balle sono tante.
ATTO III – L’IRPEF e la memoria flessibile
Domanda: Proponiamo all'assessore Pietrobelli di alzare la soglia di esenzione IRPEF da 17.000 a 18.000€ (un aiuto concreto da 100.000 euro per le famiglie più fragili).
Risposta: "No. Altrimenti si creano distorsioni di bilancio.”
Curioso però che questi 100.000€ fan crollare il Bilancio ma non quando se ne spendono 10 volte tanto in inutili consulenze, manifesti sui muri, pubblicità e interviste del Sindaco, regalie a un pugno di commercianti, cornamuse elettriche, rinfreschi, fiorellini, noleggio auto che non usa nessuno, spot...
Equilibri di bilancio o equilibristi del far credere?
Il sipario cala: tra “non ricordo”, “non risulta” e “non era previsto”.
Sul proscenio una fila di consiglieri di maggioranza, in primis Visconti e Anghileri impegnati, umiliando verità e sé stessi, ad applaudire e inchinarsi agli assessori non potendo evidentemente tenere la schiena dritta.
Come si può leggere anche dai vostri articoli di cronaca, sul palco del Consiglio comunale ieri è andato in scena di tutto.
Io vorrei evidenziare lo spettacolo: il gioco delle dimenticanze.
Tre interpreti principali: Gli assessori Sacchi, Cattaneo e Pietrobelli
ATTO I - L’asilo Bonacina e la memoria smarrita
Domanda semplice: il contratto con l’impresa inadempiente per il nuovo asilo è stato rescisso, sì o no?
Risposta dell’assessora Sacchi: "no, non ancora"
Peccato che il 17 settembre, in diretta TV, il sindaco Gattinoni avesse dichiarato che la rescissione era vosa fatta e sarebbe stata firmata “entro fine mese”.
Forse il calendario di Palazzo Bovara funziona a fasi lunari.
ATTO II - La Piccola e i 17.000 € fantasma
Domanda: Perché il prelievo per pulizie e controlli alla Piccola è stato negato solo pochi giorni fa in Commissione dall'Asessore Cattaneo?
Risposta: Nessuno in Commissione me lo ha chiesto e quindi non ho potuto rispondere
Peccato che la consigliera Fusi non solo l'avesse chiesto, ma avesse pure ricevuto una non-risposta.
Sarà che ricordarsi tutto diventa difficile se le balle sono tante.
ATTO III – L’IRPEF e la memoria flessibile
Domanda: Proponiamo all'assessore Pietrobelli di alzare la soglia di esenzione IRPEF da 17.000 a 18.000€ (un aiuto concreto da 100.000 euro per le famiglie più fragili).
Risposta: "No. Altrimenti si creano distorsioni di bilancio.”
Curioso però che questi 100.000€ fan crollare il Bilancio ma non quando se ne spendono 10 volte tanto in inutili consulenze, manifesti sui muri, pubblicità e interviste del Sindaco, regalie a un pugno di commercianti, cornamuse elettriche, rinfreschi, fiorellini, noleggio auto che non usa nessuno, spot...
Equilibri di bilancio o equilibristi del far credere?
Il sipario cala: tra “non ricordo”, “non risulta” e “non era previsto”.
Sul proscenio una fila di consiglieri di maggioranza, in primis Visconti e Anghileri impegnati, umiliando verità e sé stessi, ad applaudire e inchinarsi agli assessori non potendo evidentemente tenere la schiena dritta.
Paolo Trezzi














