Lecco: 23enne a processo per 5 tagli da 50 € fasulli
E' accusato di spendita di banconote false, ma la vicenda è tutt'altro che chiara e anche le testimonianze in aula sembrano non avere sciolto i dubbi sulla sua eventuale colpevolezza. La prossima udienza è convocata per il mese di dicembre con l'escussione dell'imputato e poi discussione e sentenza. Solo allora si saprà se il 23enne sarà considerato colpevole della grave accusa che gli viene mossa per quanto accaduto nel mese di luglio 2022 presso il centro commerciale Meridiana di Lecco.
Quel giorno, infatti, in due negozi erano state rinvenute banconote fasulle, così come la banca d'Italia aveva poi avuto modo di certificare, interpellata dai carabinieri intervenuti sul posto allertati dai commercianti.

In un caso l'imputato, come ricostruito dalla commessa presente quel giorno, si era presentato in negozio chiedendo il cambio di una banconota da 50 euro in pezzi più piccoli. Arrivato all'ora di chiusura, il 23enne aveva allungato il denaro e con insistenza chiesto un ''favore''. Giusto il tempo di ricevere il biglietto e di consegnargli i pezzi di taglio più piccolo e la giovane si era accorta della consistenza anomala dei 50 euro. Una manciata di secondi, ma troppi perché il soggetto si era già dileguato.
Informata la vigilanza con la descrizione del giovane, non ci era voluto molto per arrivare a lui visto che non si trattava della prima volta che si rendeva protagonista di episodi spiacevoli presso il centro commerciale.
Nell'altro esercizio il giovane, secondo la testimonianza dei due commessi che si sono alternati al banco, si era presentato più volte, in un caso comprando delle sigarette con un taglio da 50 e ricevendo il resto e le altre 3 volte chiedendo il cambio della banconota da 50 con pezzi più piccoli.
Avvisati dalla guardia giurata del rinvenimento di un taglio falso da 50 in un altro negozio, anche i dipendenti del secondo alla verifica di chiusura cassa avevano rinvenuto ben 5 pezzi risultati fasulli.
Riconosciuto senza ombra di dubbio come il giovane entrato nei due negozi per il cambio dei soldi, se nel primo caso la banconota è stata identificata da subito come fasulla, negli altri casi non è emerso con chiarezza che i 4 pezzi trovati in cassa fossero proprio quelli presentati dal giovane ai due commessi.
Il giudice ha così disposto il rinvio del procedimento al mese di dicembre per ascoltare anche la versione dell’imputato e poi procedere con le richieste del pubblico ministero e del legale difensore, cui farà seguito la decisione finale.
Quel giorno, infatti, in due negozi erano state rinvenute banconote fasulle, così come la banca d'Italia aveva poi avuto modo di certificare, interpellata dai carabinieri intervenuti sul posto allertati dai commercianti.

In un caso l'imputato, come ricostruito dalla commessa presente quel giorno, si era presentato in negozio chiedendo il cambio di una banconota da 50 euro in pezzi più piccoli. Arrivato all'ora di chiusura, il 23enne aveva allungato il denaro e con insistenza chiesto un ''favore''. Giusto il tempo di ricevere il biglietto e di consegnargli i pezzi di taglio più piccolo e la giovane si era accorta della consistenza anomala dei 50 euro. Una manciata di secondi, ma troppi perché il soggetto si era già dileguato.
Informata la vigilanza con la descrizione del giovane, non ci era voluto molto per arrivare a lui visto che non si trattava della prima volta che si rendeva protagonista di episodi spiacevoli presso il centro commerciale.
Nell'altro esercizio il giovane, secondo la testimonianza dei due commessi che si sono alternati al banco, si era presentato più volte, in un caso comprando delle sigarette con un taglio da 50 e ricevendo il resto e le altre 3 volte chiedendo il cambio della banconota da 50 con pezzi più piccoli.
Avvisati dalla guardia giurata del rinvenimento di un taglio falso da 50 in un altro negozio, anche i dipendenti del secondo alla verifica di chiusura cassa avevano rinvenuto ben 5 pezzi risultati fasulli.
Riconosciuto senza ombra di dubbio come il giovane entrato nei due negozi per il cambio dei soldi, se nel primo caso la banconota è stata identificata da subito come fasulla, negli altri casi non è emerso con chiarezza che i 4 pezzi trovati in cassa fossero proprio quelli presentati dal giovane ai due commessi.
Il giudice ha così disposto il rinvio del procedimento al mese di dicembre per ascoltare anche la versione dell’imputato e poi procedere con le richieste del pubblico ministero e del legale difensore, cui farà seguito la decisione finale.
S.V.














