Mauro Fumagalli si presenta. “Casualmente” in via Balicco

Dice: il luogo è casuale. Già: il condominio di via Balicco, quello in causa con il Comune per via dell’esproprio dell’area verde da destinare a terminal degli autobus. Anche se non proprio su quel pezzo di terreno: perché non si vuole far polemica. Che i giornalisti non siano come al solito pronti a malignare….
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“Creativa” conferenza stampa per la presentazione del candidato sindaco dei “civici” lecchesi, Mauro Fumagalli, per ora l’unico sfidante ufficiale all’uscente Mauro Gattinoni, visto che sul fronte del centrodestra le candidature di Carlo Piazza per la Lega Nord e di Filippo Boscagli per “Fratelli d’Italia” sembrano di bandiera in attesa di trovare una figura unitaria. Poi, chissà…
Intanto Fumagallli si presenta in un vialetto condominiale, attorniato dai rappresentanti dei gruppi che lo sostengono: “Insieme” che è quello al quale fa riferimento direttamente; “Appello per Lecco”, Azione e “Gruppo per Lecco”. Tutti in piedi: un capannello più che una conferenza stampa.
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Lui, che si dice figlio politico di Guido Puccio (sindaco negli anni Sessanta e tra le figure di punta di quella che fu la Democrazia cristiana lecchese), è attento a misurare le parole per dire che adesso comincia un “processo politico”.  Anzi, che è già stato avviato. Per superare gli schematismi della politica d’oggi: di qua o di là. Ecco appunto: di qua o di là? «Noi vinciamo al primo turno e se ci toccherà andare al ballottaggio, vinceremo lo stesso. E se la soglia per vincere al primo turno sarà ridotta al 40%, «meglio, vinceremo più facilmente». Quindi non c’è da porsi il problema su chi appoggiare. Dovranno pensarci gli altri.
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Insomma, l’insegnamento del vecchio cavallo di razza democristiano, scomparso lo scorso anno, non è stato dimenticato. Abbottonato su alleanze, liste, candidature, programmi, priorità. E non si dica neppure che la sua sia una candidatura per sgambettare Gattinoni e che gli aspiranti consiglieri della sua o delle sue liste siano tutti coloro che in questi anni si sono allontanati dall’attuale sindaco, quasi a presentare il conto delle incomprensioni di queta consiliatura: l’elenco non è brevissimo.
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«Da parte mia – dice Fumagalli – mi trovo in questa situazione per portare avanti un progetto in corso da molto tempo. Mi sta a cuore una questione importante: abbiamo raccolto in città il desiderio di una proposta politica nuova, soprattutto per le modalità, una politica costruita con una larga partecipazione che sia autentica e reale e non semplice comunicazione o addirittura pura propaganda. Sono tra coloro che credono che il nostro sistema politico di questi anni, il bipolarismo, si sia cacciato in una brutta situazione. Questa tenaglia che ci costringe a auna divisione continua su ogni tema non funziona. Dunque bisogna superarlo. E’ la nostra ambizione. Già un paio di iniziative le abbiamo tenute e sono state molto partecipate, altre ne abbiamo in mente e altre ancora ne progetteremo in futuro. E’ un allenamento a fare squadra e ad ascoltare i cittadini. Il prossimo appuntamento sarà sull’intelligenza artificiale e ci servirà anche per vedere come potrà essere calata nella realtà lecchese. Vogliamo essere un laboratorio politico-amministrativo per una città che è anche un capoluogo di provincia. Pensate: le grandi cose fatte in questi anni erano state pensate trent’anni fa. Ecco di cosa c’è bisogno: di una visione politica complessiva per la città e il territorio. Una visione che nasca non da scelte calate dall’alto, ma discussa con i cittadini. Io sono stato in consiglio comunale ormai molti anni fa, prima che il sindaco fosse eletto direttamente. Allora il consiglio comunale contava. Il sindaco non poteva fare quello che voleva. Non voglio dire che i sindaci di questi anni hanno fatto ciò che volevamo. Ma allora il confronto con il consiglio comunale era continuo e fondamentale. Ed è la maniera per abbassare il rischio di errore.»
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A proposito della lista o delle liste che lo sosterranno nella corsa elettorale, Fumagalli pensa che la soluzione migliore sia quella di una lista sola, unitaria, «se poi si dovesse invece ritenere più opportuno presentarne due o tre, ne presenteremo due o tre».
In quanto ai candidati, nessuna indiscrezione. E sulla possibile catalizzazione degli scontenti provenienti dal centrosinistra, «così come la mia candidatura rappresenta quella che meglio può rappresentare un progetto, anche per la formazione della lista la scelta cadrà su chi saprà garantire un livello alto della politica.»
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Se il ritrovarsi nel cortile di via Balicco è “casuale” (a suo tempo «diremo cose precise»), anche sulla vicenda della centrale termica al Caleotto – considerato che “Appello per Lecco” è mobilitata per la promozione di un referendum – Fumagalli glissa elegantemente: «In questi giorni è l’argomento principe. Ciascuno di noi ha una propria opinione, probabilmente vicina a quella di “Appello”, ma si tratta di un’iniziativa che hanno preso alcuni consiglieri in carica nel pieno della loro legittimità. Sui passi futuri dovremo discutere.»
In quanto al programma, ancora non c’è: se ne ragionerà fra i vari gruppi, con la bussola appunto della partecipazione e della “visione”. «Le priorità sono il modo e il metodo: non scelte calate dall’alto in maniera autoritaria. E, appunto, decise secondo una visione complessiva: tutti i problemi dovranno essere valutati nella cornice di questa visione. Dalla questione dei giovani a quella della casa. C’è un’università che funziona, ma un capoluogo potrebbe anche pensare a un altro sviluppo universitario. Umanistico? Economico? Se ne discuta. E poi ci sono le cose piccole e dovremo ascoltare i cittadini. Abbiate la gentilezza: un passo per volta.»
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«Come diceva Riccardo Cassin – è quindi intervenuto Rinaldo Zanini di “Appello” – passi lenti. Qui (in via Balicco, ndr) siamo in un luogo magnifico, vicino alle scuole, ai giovani: tra di loro, è un fuggi fuggi dalla politica, dal voto. Ecco perché è necessaria una nuova proposta, alla quale hanno già lavorato tantissime persone.»
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Giacomo Mainetti di “Azione”, rispondendo a una domanda a proposito di un recente avvicinamento del gruppo al sindaco Gattinoni e a “Fattore Lecco”, ha invece detto: «Tutti i nostri gruppi hanno incontrato esponenti di destra e di sinistra e si sono confrontati su alcune visioni. Ma la scelta di stare con Fumagalli è coerente anche con la nostra linea nazionale: scegliere il merito.»
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Infine, il consigliere Giovanni Tagliaferri, che con Clara Fusi era da tempo uscito dalla maggioranza di centrosinistra e proseguire come consigliere indipendente, ha concluso: «Ci hanno definiti malpancisti o fuoriusciti, ma noi abbiamo continuato a fare il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto. Saremo in lista o no? Non è questo il problema. Il fatto è che non basta fare le cose, conta anche come si fanno e come ci si arriva».
A proposito della carta d’identità del candidato sindaco, Mauro Fumagalli ha 66 anni. Diploma da perito meccanico, inizia come progettista in un’azienda per poi passare nel mondo della formazione con l’incarico di operatore/docente prima alla “Nostra Famiglia” di San Giovanni (per la quale collabora anche con l’apertura di un centro di riabilitazione nel Sud Sudan), poi docente al Centro di formazione “Aldo Moro” di Valmadrera, responsabile dell’Ufficio Formazione della Cisl di Lecco, docente e successivamente dirigente della Fondazione Clerici e per ventitré anni direttore della scuola edile dell’Espe, fino al pensionamento nel 2021. Politicamente è cresciuto nella Democrazia Cristiana, è stato consigliere comunale dal 1988 al 1993, poi abbandona gli incarichi istituzionali ma resta attivo nel mondo politico cattolico ed è stato attivo in molte iniziative di volontariato: istruttore sportivo, tra i fondatori del gruppo “Amici del campanile di Lecco”, cooperatore all’oratorio San Luigi, membro del Consiglio pastorale di San Nicolò. E’ sposato e padre di quattro figli (da poco nonno di una nipotina).
D.C.
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