Colico: anche un orecchio staccato a morsi in un processo per maltrattamenti

La pubblica accusa ha chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione per un 38enne di Colico, accusato di violenza privata, maltrattamenti e lesioni nei confronti della ex compagna.
L'uomo, già pregiudicato per fatti analoghi, ora dovrà qualche giorno per conoscere il verdetto del giudice monocratico Martina Beggio, chiamata a decidere in merito alla vicenda.
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Martedì in Tribunale, dopo l'escussione dei due ultimi testimoni della difesa, le parti hanno tessuto le fila del procedimento che ha per oggetto il periodo fra giugno e novembre del 2023: in quel periodo si sarebbero consumate le violenze fisiche, verbali e psicologiche dell'uomo nei confronti della convivente, costituitasi parte civile in questo processo. 
Secondo il vice procuratore onorario Pietro Bassi, che ha poi chiesto la condanna alla pena detentiva per l'odierno imputato, le risultanze processuali avrebbero confermato la penale responsabilità dell'uomo. In particolare il rappresentante della pubblica accusa nell'esposizione delle sue richieste ha fatto leva su un episodio in particolare, risalente all'11 giugno del 2023, quando, per non farla uscire di casa durante una discussione l'uomo avrebbe scaraventato al suolo la compagna, immobilizzandole gambe e braccia e portando le mani al collo, quasi soffocandola. In quel momento la giovane donna non avrebbe potuto fare altro per liberarsi che utilizzare i denti: avrebbe così morsicato l'uomo ad un orecchio, strappandogli anche parte della cartilagine. Proprio la mossa disperata della donna sarebbe stato lo specchio della violenza subita.
Quindi è toccato all'avvocato di parte civile rendere le proprie conclusioni, chiedendo per la propria assistita un risarcimento del danno pari a 20mila euro, con una provvisionale immediatamente esecutiva per 10mila: “ti ammazzo, ti spacco il cranio” le avrebbe detto lui in un'occasione, un'altra volta l'avrebbe fatta finire all'ospedale con due costole rotte. Di violenze fisiche la donna ne avrebbe subite parecchie e in molti, fra amici e parenti, ne avrebbero notato i segni sul suo corpo, tanto che l'avvocato in aula ha descritto l'odierno imputato “di una crudeltà e ferocia incredibile, con una personalità violenta”.
Di contro il difensore, che si è battuto per l'assoluzione del 38enne, ha fatto leva sull'inattendibilità della persona offesa: non una donna soggiogata, come l'avrebbe voluta la narrativa dell'accusa e della parte civile, ma una donna forte e indipendente. Nel corso della requisitoria la difesa ha tentato di ribaltare completamente il quadro accusatorio, arrivando ad affermare che la sera dell'11 giugno di un anno fa, sarebbe stata proprio la giovane a voler bloccare il compagno che, durante una discussione, stava per uscire di casa, e per questo lei gli avrebbe staccato a morsi parte dell'orecchio e chiuso una mano nell'uscio.
Fra pochi giorni, la sentenza del giudice.
F.F.
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